Cover Photo: Ugo La Pietra – ph. Lorenzo Barbieri Hermitte
Ugo La Pietra, artista e designer dalla creatività trasversale, ha attraversato diverse discipline e correnti artistiche, come l’arte segnica, l’arte concettuale, l’arte ambientale, il cinema d’artista, l’architettura e il design radicale. Cresciuto in un clima milanese molto stimolante, La Pietra ha iniziato la sua carriera come musicista, artista, grafico e scenografo, per poi diventare architetto e designer, diventando così un raro testimone di un nuovo sistema disequilibrante, caratterizzato da una interdisciplinarità che ha motivato il suo vivere e il suo essere, tracciando la traiettoria di un mestiere e di un atteggiamento non comune.
La Visione di Ugo La Pietra: il confine tra Arte e Artigianato
La Pietra ammira molto Gio Ponti e riconosce in lui l’importanza di imparare dalle competenze artigiane; la sua ricerca infatti si è sempre concentrata sul confine tra arte e artigianato, cercando una sinergia profonda, fatta anche di sovrapposizioni tra cultura del fare e cultura del progetto. Nel suo lavoro, La Pietra invita a una consapevolezza che unisca memoria, storia e tradizione con ricerca e sperimentazione progettuale, mirando a superare la dicotomia tra design industriale e arti applicate.
L’uso sapiente della luce nelle opere di La Pietra non è solo un elemento estetico, ma piuttosto un mezzo attraverso il quale l’architetto comunica e manipola lo spazio. La sua sensibilità artistica si riflette nella capacità di fondere tecnologia e luce in un ambiente spaziale immersivo, creando atmosfere uniche e coinvolgenti: La Boutique altre Cose ad esempio era un ambiente-strumento programmato in cui gli effetti ottici, sonori e luminosi trasformavano il funzionamento in un gioco a cui il visitatore partecipava e contribuiva attivamente.
La Luce di Ugo La Pietra
La luce nelle sue opere non è solo estetica ma un mezzo di comunicazione spaziale, la sua sensibilità artistica si riflette in installazioni che giocano con trasparenza e rifrazione: la lampada Globo Tissurato è composta da una sfera, una mezza sfera e un cilindro in metacrilato trasparente con strutture a punti che invita l’interattività nell’esperienza dell’utente e rifrange la luce in maniera speciale.
D’altro canto, la luce artificiale nelle opere di La Pietra non è solo un’alternativa tecnologica, ma un elemento che può essere modellato e manipolato per influenzare l’esperienza percettiva dello spettatore.
Attraverso l’utilizzo di luci artificiali di diversi colori e intensità, l’artista crea ambienti che si trasformano e si adattano, stimolando la partecipazione attiva dello spettatore, un esempio significativo nel suo lavoro è la capacità di creare ambienti che sfidano la dicotomia tra luce naturale e artificiale, spingendo gli spettatori a riflettere sulla loro percezione personale dello spazio e della luce: la mostra La casa telematica, allestita alla Fiera di Milano con Gianfranco Bettetini e Aldo Grasso, rappresentò un esperimento pionieristico di interazione tra la memoria elettronica, luce artificiale e spazio domestico.
Una Panoramica
Le opere di Ugo La Pietra si collocano in un contesto più ampio, dove la luce diventa un medium per esplorare le relazioni umane, la società e la cultura. Il lavoro di Ugo La Pietra si distingue per la sua abilità nel fondere l’arte, il design e l’architettura attraverso una riflessione profonda sulla società e sul rapporto tra luce e individuo.
Le sue opere non sono solo esteticamente affascinanti, ma rappresentano un invito a esplorare la complessità delle relazioni e delle intenzioni: nel 1977, Ugo La Pietra trasformò un comune palo per la segnaletica stradale in un’opera luminosa, aggiungendo una lampada circolare al neon e delle ali in plexiglas sagomate. Questo trasformò l’elemento urbano in lampade domestiche anche note come “Arcangeli Metropolitani”.
L’opera di Ugo La Pietra è un’esplorazione costante di come lo spazio costruito interagisca con il mondo circostante e con la percezione umana. Anche attraverso la luce.