«L’illuminazione deve essere percepita e non vista».
Questa la frase che sintetizza la vision dello Studio Susanna Antico Lighting Design, lo studio milanese di Susanna Antico, personaggio di spicco nel panorama della luce in Italia e all’estero. Architetto, membro di APIL – Associazione Professionisti dell’Illuminazione, membro di Concepteurs Lumière Sans Frontieres e IALD – International Lighting Designer’s Association.
La sua attività di ricerca, insegnamento e pratica si concentra sulla creazione di identità notturne sostenibili per l’ambiente costruito e, parallelamente, sulla ricerca e l’educazione.
Laureata con lode in architettura presso l’Hoger Architectuur Instituut van de Stad Gent (Belgio), dal 1995 ha specializzato la sua attività come consulente di progettazione illuminotecnica, mantenendo un rapporto “speciale” con il Paese. Ad Anversa, dal 2009 il suo studio si è aggiudicato diversi progetti: dal piano d’illuminazione al Grote Markt, alla Cattedrale, fino alla recente riqualificazione illuminotecnica della Stazione Centrale.
Quella con la città di Anversa è una collaborazione importante che si fonda sul raggiungimento di obiettivi ben chiari. Secondo lei, semplicemente: perché?
«Recentemente ho parlato con un collega a capo di uno studio che, come il mio, aveva passato la seconda fase di selezione della gara per il progetto della stazione. Ci conosciamo da tanti anni e tra noi c’è grande stima e rispetto. Mi ha chiesto: “Ma secondo te quella della stazione è stata una gara corretta e leale?”. Me l’ha chiesto senza malizia, sinceramente stupito del come mai, nuovamente, avessimo vinto noi. Ho risposto di sì, senza esitazioni, affermando che la cosa aveva sorpreso anche me, visto che avevamo già vinto e fatto due progetti importanti. Poi gli ho detto: “La gara per l’Opera però non l’abbiamo vinta, nonostante il progetto fosse molto bello”.
Con Anversa si è creata un’intesa e un linguaggio comune. Abbiamo capito cosa vuole la città e la città sa che quando presentiamo un progetto, il risultato sarà esattamente quello che raccontiamo e promettiamo. Abbiamo imparato a interpretare le loro richieste. Sanno che rispetteremo la scenografia notturna di progetto, rispetteremo gli importi dei lavori e i tempi di realizzazione».
Sono ben 15 anni di collaborazione…
«Nel tempo abbiamo avuto modo di educare la città, di far capire l’importanza della progettazione della scenografia notturna e a questo punto l’amministrazione, dotata del Piano Generale di Illuminazione, redatto dal mio studio dal 2009 al 2012, è autonoma, sa come far gestire a progettisti competenti. Anche questo, avendo dato noi il “la” al processo, è per il mio studio motivo di grande soddisfazione e probabilmente parte delle affinità che ci legano».
La stazione centrale – la “cattedrale dei binari” – è considerata una tra le più belle al mondo. Come ci si approccia a un progetto così di alto profilo?
«L’architettura, ovvero materiali, finiture, colori e dimensioni, il luogo in cui si trova, il valore sociale e simbolico, tutti questi elementi costituiscono l’approccio del mio studio alla scenografia notturna per questo tipo di progetti. Oltre a questi elementi c’è la metodologia di lavoro dettata dal Piano Generale di Illuminazione di cui parlavo prima, che Anversa ha adottato da più di 10 anni.
In maniera più specifica credo che uno degli aspetti più importanti nei progetti di questo tipo di edifici sia la passione e l’ammirazione per i dettagli architettonici di pregio e la valorizzazione, con la luce, della lavorazione dei materiali tipici dell’attività di artigiani capaci, competenti e appassionati. Con l’illuminazione scomponiamo, dando a ogni elemento un suo ruolo e un suo valore e ricomponiamo il volume mantenendo la visione unitaria».
Quando si progetta per edifici di grande scala, come si riesce a mantenere saldo il rapporto tra luce e uomo?
«Una delle ricerche che facciamo durante l’analisi che precede la progettazione è individuare i punti da cui si vede l’edificio e il contesto in cui viene percepito e su cui ha un impatto. La percezione da vicino, dagli assi che portano all’edificio, da un ponte, da altri edifici, dall’altra parte del fiume o dalle colline, ad esempio, e così via. A seconda della distanza e dell’impatto dell’edificio sulle vicinanze cambia il suo rapporto con l’uomo.
Per la cattedrale sacra come per la stazione, il progetto tiene conto dei diversi punti di vista e, in base a quelli, stabilisce i valori d’illuminamento e luminanza per rispettare le gerarchie visive desiderate. Il mio studio realizza prevalentemente progetti in spazi urbani e il benessere è interpretato come contributo al senso di protezione e sicurezza. Questo si traduce in realizzare un progetto che permette il controllo dello spazio, la percezione del viso delle persone che si muovono negli spazi circostanti».
In Italia e all’estero, quali progetti state seguendo?
«In Italia, assieme alla Restart srl, abbiamo appena iniziato un entusiasmante progetto del sito dell’Unesco nel centro storico arabo normanno di Palermo; questo prevede l’illuminazione architettonica della Cattedrale, del Palazzo dei Normanni, San Giovanni degli Eremiti, la Chiesa della Martorana e il rifacimento degli impianti pedonali del centro storico. Diversi i progetti in Belgio, cito i principali: a Genk per la riqualificazione di una vasta area del centro città su progetto del Bureau Bas Smets, a Beringen nel sito Be Mine, a Kortrijk con la Chiesa di Nostra Signora, a Lokeren con la piazza principale e l’edificio della vecchia posta e in Svizzera a Friburgo per la nuova illuminazione pedonale del centro storico “Bourg”».