Nell’autunno del 2016, a Berlino, nei dintorni del quartiere di Kreuzberg, a breve distanza dal suggestivo canale Landwehrkanal, nel sito dell’ormai scomparsa stazione Anhalter Bahnhof (un tempo imponente ingresso alla città da sud) una coppia di ex bunker per le telecomunicazioni risalenti al periodo della seconda Guerra Mondiale diventano, dopo un’attenta e accurata riconversione, la Feuerle Collection – la sede permanente della raccolta d’arte contemporanea e antica dello storico ed esperto d’arte Désiré Feuerle, collezionista e consulente d’arte per rinomate collezioni internazionali di arte moderna, contemporanea e asiatica.
Appassionato di arredi cinesi d’epoca imperiale, di sculture Kremer del sudest asiatico e di opere di artisti internazionali contemporanei, Feuerle è una delle più influenti e riservate persone del palcoscenico artistico globale. Le caratteristiche architettoniche degli edifici, la raffinatezza della collezione e il rispettoso intervento architettonico di John Pawson rendono questo un luogo unico nel suo genere. In questo contesto, caratterizzato dall’oscurità e dal buio profondo delle sale, la luce riveste un ruolo da protagonista.
L’architettura “magica” della Feurle Collection
Oltre alle necessarie misure di carattere puramente tecnico, l’intervento architettonico si è focalizzato su sottili perfezionamenti che amplificano e intensificano la qualità atmosferica del luogo. Invece che su gesti grandiosi, il lavoro si è focalizzato su una perfetta calibratura dello spazio, sull’enfatizzazione delle soglie di separazione e su una messa in scena speciale.
Nel seminterrato dell’ex bunker, in una totale assenza di luce, accompagnati dalle note di una composizione di John Cage, avviene il rituale d’ingresso alle sale espositive (Sound Room). Questo momento quasi meditativo crea un netto distacco dal frenetico mondo esterno e prepara i sensi e la mente allo spazio successivo e alla visita alla collezione. Da questo passaggio in poi, la luce concentrata e installata con precisione assoluta accompagna il visitatore lungo un percorso alla scoperta degli ambienti (Lake Room e Incense Room) e delle opere esposte (Exhibition Room).
Feuerle: La Luce Dietro il Progetto
L’attenzione e l’intelligenza insite nel progetto illuminotecnico rivolgono il proprio fuoco illuminante verso le opere d’arte presenti, manifestando sia una sottigliezza di intervento, sia una marcata enfasi. Le pareti in calcestruzzo grezzo, spesso caratteristiche di questi spazi architettonici, creano contrasti decisi tra l’opera esposta e lo sfondo circostante. Tuttavia, per conferire un’energia luminosa più intensa ed emotiva, il Lighting designer, qui rappresentato da Désiré Feuerle stesso, attinge alla potenza della luce d’accento.
Questa raffinata tecnica sfrutta fasci luminosi precisi che fanno apparire le sculture come dei solisti nell’ambiente espositivo. La luce, sapientemente direzionata, infonde un maggiore splendore, esaltando i profili plastici delle sculture, innescando un suggestivo gioco tra chiaro e scuro. Tale approccio non solo illumina gli oggetti artistici, ma crea anche un dialogo emotivo tra spettatore e opera, sottolineando dettagli, forme e spazio enfatizzando così il forte senso del luogo.
Grazie a un intervento delicato e poco invasivo e alla sottile illuminazione complessiva delle sale espositive, l’impianto illuminotecnico passa in gran parte in secondo piano: un progetto illuminotecnico prettamente tecnico che però riesce a esaltare l’atmosfera del luogo e il godimento dell’arte. Ciò che rimane impresso è come la particolarità di queste soluzioni tecniche trasformi l’ambiente in uno spazio confortevole e interessante per la fruizione dell’arte. Qui, la luce, usata come strumento per l’arte, diventa una ricerca, una sperimentazione, ma soprattutto un’emozione.