Nuova luce per la barricaia di Brolio

Il restauro e il nuovo progetto di illuminazione della barricaia della Cantina Barone Ricasoli a Gaiole in Chianti (SI).

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«La luce non vuole rimandare a suggestioni o atmosfere passate, ma vuole essere contemporanea come contemporaneo è il luogo».

È con queste parole che l’Architetto e Lighting Designer Egidio Ferrara descrive il suo recente progetto di illuminazione della barricaia della Cantina Barone Ricasoli a Gaiole in Chianti, località Brolio. 

L’intervento si inserisce all’interno del restauro della barricaia stessa affidato allo Studio milanese dell’Architetto Giovanni Pacciani, professionista di grande esperienza nel retail e nell’interior design per grandi marchi della moda, già conosciuto a Brolio per aver firmato altri importanti lavori. 

Ferrara, specializzato in Progettazione della Luce, consolida la sua formazione in ambito architettonico e museale lavorando a progetti di grande rilievo tra cui l’illuminazione del Cortile di Michelozzo e della Sala delle Carte Geografiche in Palazzo Vecchio a Firenze, nonché di diverse mostre all’interno di Galleria Borghese a Roma.

Per Ferrara «illuminare non è soltanto “rendere visibile”, bensì concorrere ad una narrazione. Borghi storici, opere d’arte, beni culturali trovano piena valorizzazione solo attraverso una luce “pensata” e ben progettata».

Ed è proprio una luce pensata quella che troviamo nella barricaia, il luogo, secondo Ferrara, più rappresentativo della cantina, dove «si condensano concetti e archetipi legati alla produzione del vino: cura, attesa e lavoro. Il carattere essenziale di questo spazio diventa espressione della sua funzione: alle fasi di lavoro e di produzione si alterna l’attesa».

 

Il restauro della cantina, costruita negli anni Settanta in cemento armato, muove dalla riflessione dell’architetto Pacciani, il quale ha voluto considerarla nella sua valenza storica mantenendone le caratteristiche architettoniche per dare valore all’edificio industriale e al suo stile brutalista. La scelta è stata quella quindi di mantenere il pavimento originale e di modificare l’ascensore di accesso rivestendolo in metallo. 

Il nuovo progetto di illuminazione adotta lo stesso approccio attraverso una luce aderente al linguaggio dell’architettura, «una luce netta e rigorosa. Razionale, ma poetica, in grado di alludere, oltre al concetto di riposo e di attesa anche alla dinamicità di un luogo in divenire, fatto di lavoro e di passione».

Per concepire una luce artificiale fedele al linguaggio brutalista dello spazio della barricaia, Ferrara osserva l’interazione che la luce naturale ha con i volumi di cemento ottenuti tramite l’utilizzo di casseforme: tagli di luce e ombre nette creano una scansione che contribuisce a dare definizione e ritmo allo spazio. Il progetto non intende simulare un fenomeno analogo, bensì assume le stesse suggestioni per l’elaborazione di un preciso linguaggio espressivo, col quale è coerente anche la scelta della temperatura colore.

Le pareti perimetrali, illuminate in radenza con apparecchi lineari, creano un forte contrasto con le barrique, i cui fianchi sono “tagliati” da lame di luce che ne evidenziano le forme.

Il volume dell’ascensore rivestito in acciaio riflette la luce nascosta all’interno di un carter così da rendere un effetto lanterna. 

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