10 mostre imperdibili da segnare in agenda questa estate

Da Venezia a Tokyo, Stoccolma, Berlino, Londra, Parigi, Amburgo e Bilbao. Ecco una lista degli eventi culturali estivi da segnarsi in agenda!
Da Venezia a Tokyo, Stoccolma, Berlino, Londra, Parigi, Amburgo e Bilbao. Ecco una lista degli eventi culturali estivi da segnarsi in agenda!
Cover photo: Installazione di Pacita Abad, in mostra al MoMA PS1 dal 4 aprile al 2 settembre 2024. Ph. Kris Graves

Siamo ormai in piena estate, eppure non bastano le alte temperature a rendere il calendario di mostre ed eventi meno interessante: qualcosa che vale sia in Europa che oltreoceano. Ve ne abbiamo già parlato qualche mese fa: la Biennale d’Arte di Venezia resta un punto di riferimento fondamentale per il turismo culturale. Tuttavia, per professionisti e appassionati, la scelta è aperta tra molte altre esposizioni internazionali di assoluto spicco. Da Venezia a Tokyo, ecco dunque una selezione di 10 mostre da non perdere nelle città più belle del mondo. L’ideale per chi, da luglio a settembre, oltre al Mediterraneo, alla sabbia e alla frescura delle montagne, sente il bisogno di una gita artistica.

Magnificent Product. Vaginal Davis, Moderna Museet, Stoccolma

Fino al 31.10.24

Prima grande mostra personale istituzionale di Vaginal Davis, filmmaker, performer e writer queer che ha iniziato la sua eclettica carriera alla fine degli anni ’70 a Los Angeles. Sin dalle sue origini, Davis ha intrecciato un forte impegno politico nelle sue opere, trattando temi come il genere, la classe sociale e l’uguaglianza. Il suo lavoro pionieristico unisce diversi stili e media: il punk si fonde con il glamour, l’attivismo queer si interseca con la giustizia razziale e la resistenza è intrisa di gioia. La mostra a Stoccolma offre un’immersione completa nella produzione artistica di Vaginal Davis, strutturata in sei spazi differenti che permettono alla sua opera/voce di attraversare la città.

1. Vaginal Davis, Installation view, The Fantasia Library _Vaginal Davis- Magnificent Product_. Photo- My Matson_Moderna Museet. © Vaginal Davis 2024

Studio Rex – Jean Marie Donat Collection, c/o Berlin, Berlino

01.06.24 – 05.09.24

Studio Rex era un rinomato studio fotografico situato nel quartiere operaio di Marsiglia. Fondato nel 1933 dalla famiglia armeno-cipriota Keussayan, era gestito in particolare da Assadour, un sopravvissuto al genocidio armeno nell’Impero Ottomano che si era successivamente stabilito a Marsiglia. Lo studio ha chiuso nel 2018, ma nel corso degli anni era diventato un importante punto di riferimento culturale per migranti provenienti soprattutto dall’Africa settentrionale e occidentale. Dieci anni fa, il collezionista francese Jean-Marie Donat ha acquisito gran parte dell’archivio dello studio, che comprende decine di migliaia di foto e negativi fotografici scattati tra il 1966 e il 1985. Questo vasto archivio, che intreccia memorie personali e storiche, è attualmente in mostra nello spazio c/o di Berlino. L’esposizione invita a riflettere sul ruolo degli studi fotografici nella cultura visiva, sull’importanza della (auto)rappresentazione e sulle sfide nel raccontare storie così ricche e complesse.

2. Unknown © Grégoire Keussayan, Jean-Marie Donat Collection

Survival in the 21st Century, Hall of Contemporary Art, Hamburg

18.05.2024 – 5.11.2024

Cambiamento climatico, rivoluzione digitale, ingiustizia crescente, crisi della democrazia e senso di comunità: viviamo nell’era della policrisi. Il progetto “Survival in the 21st Century“, sviluppato da George Diex e Nicolaus Schafhausen in collaborazione con il Deichtorhallen, pone in soggetto l’arte come strumento essenziale per la comprensione della vita contemporanea. Attraverso le opere di circa quaranta artisti, tra cui Olafur Eliasson e Ai Weiwei, si affrontano temi cruciali come ecologia, tecnologia e spiritualità. In questo spazio dedicato all’apprendimento del futuro, una ricca varietà di opere e installazioni multimediali riflettono la necessità di nuove pratiche culturali, enfatizzate dall’allestimento progettato da Bundschuh Architekten. La mostra invita a riflettere sull’importanza delle sfide globali nell’ottica di rafforzare il senso di comunità per garantire un futuro sostenibile e inclusivo.

3. Courtesy Deichtor Hallen

Franis Alÿs: Rcochetes, Art Gallery, London

27.06.2024 – 01.08.2024

Ricochets” è la più grande esposizione istituzionale nel Regno Unito dell’artista internazionale Francis Alÿs. Per l’occasione, lo spazio della galleria si è trasformato in un parco giochi cinematografico, offrendo ai visitatori un’esperienza immersiva attraverso installazioni multi-schermo che documentano i giochi dei bambini in vari contesti e ambienti, catturando l’essenza del gioco in diverse culture. Dal 1999, Alÿs ha viaggiato per il mondo, documentando giochi come il “gioco delle sedie” in Messico, il “salto della rana” in Iraq, la “corda” a Hong Kong e “lupo e agnello” in Afghanistan. Oltre alla prima presentazione nel Regno Unito dell’opera “Children’s Games“, la mostra presenta anche una nuova serie di film che raffigurano sia i giochi tradizionali che quelli meno conosciuti, che ben esprimono la ricchezza e la creatività dei giochi manuali.

4. Francis Alÿs, 2023, Barbican, London © Louise Yeowart _ Barbican Art Gallery

Ellsworth Kelly: Shapes and Color, 1949-2015, Fondation Louis Vuitton, Paris

04.05.2024 – 09.09.2024

Organizzata in collaborazione con il Glenstone Museum e l’Ellsworth Kelly Studio, la mostra celebra il centenario della nascita di uno dei maestri del XX secolo. È la prima in Francia a presentare un corpo così numeroso di opere: un centinaio, tra dipinti, sculture, disegni, fotografie e collage. Supportata da prestiti di istituzioni internazionali come il MoMA e la Tate, la mostra esplora il rapporto tra forma, colore, linea e spazio attraverso opere chiave delle diverse fasi della carriera di Kelly. Il percorso si sviluppa su due piani, immergendo i visitatori nella ricchezza visiva che ha ispirato intere generazioni di artisti, presente sin dalle prime opere giovanili come “Tableau Vert” (1952) e “Painting in Three Panels” (1956). Eccezionalmente, la Fondazione ospita l’ultima opera commissionata all’artista, nata dal dialogo con l’architettura di Frank Gehry.

5. Courtesy of FONDATION LOUIS VUITTON

Invisible Questions That Fill the Air: James Lee Byars and Seung-taek Lee, Istituto Veneto di Scienze, Venice 

17.05.2024 – 25.08.2024

L’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, con il supporto della Michael Werner Gallery, mette in dialogo le opere dell’artista americano James Lee Byars con quelle del coreano Seung-taek Lee, in un percorso espositivo concepito dalla curatrice Allegra Pesenti. “Il tessuto ultraterreno di Venezia e in particolare lo sfondo storico di Palazzo Loredan diventano un palcoscenico unico per entrambi gli artisti,” afferma Pesenti. “La combinazione di oro, pietra, legno e corda nelle rispettive opere riflette i materiali tradizionali dell’ambiente costruito di Venezia.” Entrambi nati nel 1932, Byars e Lee, nonostante non si siano mai incontrati, condividono un interesse per l’immateriale. Lee definisce la sua “non-scultura” come una visualizzazione dell’invisibile aria, mentre per Byars “vedere non è mai abbastanza.” La mostra, che copre oltre sei decenni di opere, sottolinea il contributo di Byars e Lee all’avanguardia del XX e XXI secolo. Secondo Pesenti, “nonostante le differenze, c’è una vicinanza di pensiero: un’affinità per lo spirituale, il rituale e la purezza della forma.”

6. Seung-taek Lee “Untitled (Sprout)”, 1963_2022

Arles 2024: Beneath the Surface, Arles

01.07.2024 – 29.09.2024

Ogni estate, Arles diventa il centro della fotografia grazie al festival fondato nel 1970 dal fotografo Lucien Clergue, dallo scrittore Michel Tournier e dallo storico Jean Maurice Rouquette. Attraverso una collaborazione con la C/O Berlin Foundation, l’edizione 2024 quest’anno rende omaggio con “Encounters” alla produzione di Mary Ellen Mark (1940-2015), celebre fotografa statunitense. 

Dopodiché, la mostra “Tremors and Turmoil” offre un’esperienza affascinante attraverso fotografie e arte, esplorando nuove prospettive. Cristina De Middel, ispirata da Jules Verne, documenta la migrazione dal Messico alla California, mentre Mo Yi racconta la Cina del XX secolo con un tocco di umorismo. “I’m so Happy You Are Here” celebra le fotografe giapponesi dal 1950, includendo autori come Ishuichi Miyako. Le opere di Mustapha Azeroual, Nicolas Floc’h e Marine Lanier catturano la bellezza della natura e l’impatto umano sul pianeta. Altri eventi speciali come “Finir en beauté“, che presenta le opere di artisti come Sophie Calle, Vimala Pons e Nhu Xuan Hua, rendono Arles una tappa obbligata.

Pacita Abad, MoMA, New York

04.04.2024 – 02.09.2024

Prima grande retrospettiva dedicata all’artista Pacita Abad (Filippine, 1946–2004) che ripercorre i suoi 32 anni di carriera con una selezione di oltre 50 opere, molte delle quali mai esposte prima negli Stati Uniti. Autodidatta, Abad è celebre per i suoi “trapuntos“, dipinti tridimensionali creati attraverso la cucitura e l’imbottitura delle tele. Emigrata negli Stati Uniti nel 1970 per sfuggire alla persecuzione politica del regime autoritario di Marcos, Abad ha vocato la sua arte alla visibilità dei rifugiati politici e ai popoli oppressi, sostenendo che “un artista ha l’obbligo di ricordare alla società la sua responsabilità sociale.” Organizzata dal Walker Art Center in collaborazione con l’eredità di Abad, la mostra celebra la complessità del lavoro di un’artista che, attraverso il suo vibrante linguaggio visivo, ha esplorato temi cruciali come la globalizzazione, il potere e la resilienza.

7. Pacita Abad. European Mask. 1990. Acrylic, silkscreen, thread on canvas. Courtesy Pacita Abad Art Estate and Tate. Photo- At Maculangan_Pioneer Studios

Yoshimoto Nara, Guggenheim Museum Bilbao, Bilbao

28.06.2024 – 03.11.2024

Yoshitomo Nara è uno degli artisti più conosciuti della sua generazione. Le sue immagini audaci, simili a cartoni animati, hanno come soggetti principali figure, animali e esseri ibridi con grandi teste e occhi espressivi. Rabbia, malinconia ma anche serenità, le sue opere esprimono un’infinità di emozioni differenti e percependole, riusciamo a compiere un vero e proprio viaggio nel “Mondo di Nara“. Nel percorso espositivo sono riuniti i lavori degli ultimi quattro decenni, che hanno spaziato dalla pittura, al disegno, fino alla scultura e all’installazione. I personaggi di Nara raccontano la vita dello stesso artista, ne esprimono i suoi pensieri e le sue emozioni più profonde. Sono legati ai suoi ricordi d’infanzia, alla passione dell’artista per la musica, la letteratura, la storia dell’arte giapponese ed europea. Coerentemente, la mostra è stata suddivisa per tematiche piuttosto che cronologicamente, con l’obiettivo di rivelare al pubblico chi è veramente Nara e quali idee lo ispirano: i suoi motivi ricorrenti, l’evoluzione del suo approccio formale e le sue tecniche.

8. Yoshitomo Nara In the Deepest Puddle II, 1995 Acrylic on cotton mounted on canvas 120 × 110 cm Takahashi Ryutaro Collection © Yoshitomo Nara, courtesy Yoshitomo Nara Foundation

A personal view of japanese contemporary art: Takahashi Ryutaro Collection, MOT Art Museum, Tokyo

03.08.2024 – 10.11.2024

La Takahashi Ryutaro Collection, con oltre 3.500 opere, è una delle più importanti collezioni di arte contemporanea giapponese, sia per qualità che per quantità. Questa mostra attinge da questo vasto archivio per offrire un’analisi del Giappone contemporaneo, attraverso gli occhi di un collezionista nato nel 1946. Takahashi Ryutaro, figura emblematica del Giappone del dopoguerra e della generazione dei baby boomer, ha vissuto l’intenso fermento culturale e politico degli anni ’60 a Tokyo, partecipando al movimento studentesco Zenkyoto. Psichiatra di professione, ha dedicato parte della sua vita alla cura della comunità locale. Dalla metà degli anni ’90, ha iniziato a collezionare arte contemporanea giapponese, seguendo le tendenze artistiche degli anni ’90 e 2000, e i cambiamenti successivi al Grande Terremoto del Giappone orientale.

9. AIDA Makoto, A Picture of an Air-Raid on New York City (War Picture Returns), 1996, 174×382cm CG of Zero fighters created by MATSUHASHI Mutsuo photo: MIYAJIMA Kei © AIDA Makoto Courtesy of Mizuma Art Gallery

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