Fin dai tempi antichi, la candela ha rappresentato ben più che una semplice fonte di luce. La sua piccola fiamma, capace di donare energia abbinata a un tenue chiarore, ha da sempre affascinato l’uomo, assumendo un valore simbolico e culturale profondo. Nelle sue molteplici declinazioni, la candela si è trasformata in un elemento iconico, capace di evocare atmosfere suggestive, accendere passioni e nutrire riflessioni. Oltre al suo fascino intrinseco, la candela rappresenta un oggetto di studio interessante per diverse discipline scientifiche. La chimica per i principi di combustione che generano la fiamma, la fisica per i fenomeni di luce e calore che ne derivano, mentre la psicologia indaga il legame tra la luce tremolante e le nostre emozioni.
La luce della candela, un viaggio nella storia dell’arte
La candela ha trovato la sua espressione in numerose forme artistiche, attraversando i secoli e dialogando con i più disparati movimenti culturali.
Dall’arte sacra alla natura morta: la candela come iconografia
Nell’arte sacra antica, la sua luce sacra illuminava dipinti di scene religiose, simboleggiando la presenza divina e la purezza dell’anima. Un esempio emblematico è “La Natività” di Gerard David, dove una candela accesa illumina il volto della Vergine Maria. Nelle nature morte di maestri come Caravaggio e Georges de La Tour, la candela diventa protagonista, creando giochi di luce e ombra che accentuano il realismo delle composizioni. Nella pittura fiamminga, le candele vengono spesso utilizzate per creare effetti di luce e ombra, come in “Ritratto dei coniugi Arnolfini” di Jan van Eyck, dove la candela in primo piano rappresenta non solo una fonte di luce, ma anche un simbolo di fede e di purezza.
In Flemish painting, candles are often used to create light and shadow effects, as seen in Jan van Eyck’s “Arnolfini Portrait,” where the foreground candle represents not only a light source but also a symbol of faith and purity.
Modernità e provocazione: la candela nell’arte contemporanea
L‘arte moderna e contemporanea invece ha ripensato la candela in modi innovativi e provocatori, tra candele ripensate e suggerite per allusione, tra humour, sofismi e invenzioni, con intelligenza questo oggetto si trasforma in “un’altra cosa”. Marina Abramović, nelle sue performance, utilizza la fiamma come elemento di esplorazione personale, indagando temi come la vulnerabilità e la spiritualità.
Olafur Eliasson con il suo lavoro “I grew up in solitude and silence” crea un’opera d’arte che riflette sulla percezione del tempo attraverso la candela che brucia, dividendo la narrazione tra l’esperienza presente e l’anticipazione di scenari futuri. Urs Fischer, invece, sovverte il concetto di candela con le sue opere ironiche e provocatorie, le sue sculture in cera, spesso raffiguranti oggetti comuni come banane, lampadine o sculture iconiche, si sciolgono lentamente, mettendo in scena la caducità del tempo e la fragilità dell’esistenza. Gerhard Richter propone una riflessione sulla candela con la sua opera “Kerze”, dove una candela accesa è dipinta in modo fotorealistico, creando un’illusione ottica che invita l’osservatore a riflettere sulla natura della realtà. Michelangelo Pistoletto, con la sua opera “Candele”, ripropone l’oggetto in chiave minimalista, utilizzando specchi per creare un’installazione che riflette la luce e l’ambiente circostante, invitando a una riflessione sulla molteplicità e sulla relatività della percezione.
La Candela nel Design
Dai candelabri barocchi alle creazioni minimaliste contemporanee, la candela è un complemento che da sempre, e con immediata semplicità, personalità e atmosfera agli ambienti.
Da Philippe Starck a Fornasetti: la candela tra tradizione e contemporaneità
Philippe Starck, con il suo spirito giocoso, colorandola di tinte vivaci e donandole forme sinuose, trasforma la candela in un manifesto del design giocoso e anticonvenzionale. Fornasetti, maestro del mistero, avvolge la candela in un velo di surreali suggestioni, evocando atmosfere oniriche che catturano l’anima della sua pratica artistica. Michele De Lucchi, maestro del design, celebra la tradizione con una lampada a forma di candela, dove il vetro soffiato di Murano e il metallo si intrecciano in un gioco di luce e tecnologia.
Sonia Pedrazzini, rende omaggio a Giorgio Morandi, maestro del silenzio, creando candele che ne riecheggiano la gamma cromatica e la semplicità essenziale. Ingo Maurer, con il suo personalissimo immaginario, fa volare le candele nello spazio, creando scenografie luminose che sfidano la gravità e incantano lo sguardo. Luca Nichetto, reinterpreta i classici, trasformando mezzi busti scultorei in portacandele contemporanei, un dialogo tra antico e nuovo che celebra la storia del design.
Un fascino intramontabile
In un mondo sempre più dominato dalla luce artificiale e dalla tecnologia, potrebbe sembrare che la candela sia destinata a scomparire. Eppure, il suo fascino antico e la sua capacità di evocare emozioni profonde continua ad affascinare e ad attrarre. La candela, simbolo di semplicità e autenticità, con la sua luce calda e tremolante, in cima ad un’asta di cera, continua ancora oggi ad essere un oggetto privilegiato per artisti e designer.