Cover photo: Spazio Darsena Lighting – Condiviso per Zones Portuaires Genova 2021. Foto © Silvia Aresca / U-BOOT Lab
Nata nel 2019 dall’idea dello studio londinese Light Collective – Sharon Stammers e Martin Lupton – con il supporto dell’azienda italiana Formalighting e dalla lighting designer Katia Kolovea di Archifos, la rete di WIL – Women in Lighting celebra la figura professionale della donna nell’ambito dell’illuminazione. Il sito, punto di riferimento e ispirazione per le nuove generazioni, mira anche a raccogliere ed elaborare statistiche riguardanti l’inclusività nell’ambito della professione illuminotecnica.
Giorgia Brusemini è designer e Italian ambassador di WIL; l’abbiamo intervistata chiedendole i punti chiave del progetto internazionale e come lo ha sviluppato nel nostro Paese.
Innanzitutto, dal punto di vista generale, qual è il ruolo e la mission di Women In Lighting?
«WIL nasce con l’obiettivo di supportare con attività concrete un riequilibrio di genere non più rimandabile e necessario; celebrando, aumentando l’autorevolezza, dando visibilità e creando reali opportunità per le professioniste donne – che sono moltissime –, che lavorano nel campo dell’illuminazione, coprendo diversi settori (ingegneria, architettura, arte, spettacolo, produzione, istruzione, ricerca e giornalismo) disinnescando così i meccanismi di discriminazione attiva nei confronti del genere femminile e non solo.
La costruzione in primis di un grande database digitale che raccoglie testimonianze e videointerviste di moltissime lighting designer e professioniste che lavorano con la luce, è una delle azioni a mio avviso più efficaci e in continua crescita portate avanti dagli ideatori del progetto. A questo si è affiancata una serie di dinamiche attività proposte online che ci hanno aiutato a rimanere connessi anche durante il periodo COVID, l’ideazione dei WIL Awards e il lancio di un importante sondaggio sull’equità di genere con l’obiettivo di esaminare il settore dell’illuminazione sia nei suoi aspetti positivi che in quelli ancora da migliorare. Inoltre in questi anni il database si è arricchito con la sezione Women In Entertainment Lighting grazie al supporto dell’azienda Ayrton Lighting».
Perché secondo lei è così importante per il settore?
«Sono moltissime le iniziative che il team WIL assieme alle Ambasciatrici in tutto il mondo, in questi 5 anni hanno messo in atto per tenerci uniti e ampliare la grande rete internazionale che oggi è, ma ci tengo a soffermarmi sempre sull’importanza che ha aver costruito questo database per la sua concretezza. Oltre a contenere racconti e percorsi profondamente differenti di grande ispirazione, profilando le progettiste donne le rende più visibili, diventa un grande strumento che contrasta quella cancellazione che in passato, in moltissimi settori, ci ha restituito una storia popolata da soli uomini. Questo database nel settore dell’illuminazione ora c’è e fornisce moltissime informazioni, i nomi e i contatti diretti sono tutti a disposizione di giornalisti, organizzatori di conferenze, curatori di mostre ecc. Vorremmo più donne coinvolte, non vedere più panel composti da soli uomini e salire sul palco sempre gli stessi nomi. Women In Lighting contribuisce al quinto obiettivo dell’agenda 2030 ONU sostenendo attività che portano a un cambiamento culturale partendo dal nostro settore».
Per festeggiare questo quinquennio di attività, è stato creato un evento alla fiera Light+Building. Ce ne parli.
«È stato un momento molto importante e lo è stata anche la scelta di celebrare l’anniversario all’interno di Light+Building, che è un contesto dove si fa business, inserendolo nel programma ufficiale. Ci sono stati interventi di grande ispirazione che hanno coinvolto anche l’associazione IALD – the International Association of Lighting Designers, che in questa maniera ha rimarcato il suo impegno e supporto verso gli obiettivi proposti da WIL. Gli speech dell’8 marzo dalle ambasciatrici di Paesi come India, Messico, Pakistan, Portogallo e anche Italia a mio avviso sono stati quelli che meglio hanno messo in luce le complessità legate a un cambiamento culturale, proponendo un ventaglio di diversi approcci necessari al raggiungimento degli obiettivi WIL ma adatti a intervenire in maniera efficace nella cultura del proprio Paese di origine, facendo la propria parte».
In Italia sono molte le iniziative che lei, come ambasciatrice, ha promosso. Qual è la situazione nel nostro Paese in termini di parità?
«A differenza di altri Paesi, molte delle professioniste donne che lavorano nel nostro settore sono spesso libere professioniste indipendenti. Figure capaci, con un’attività imprenditoriale da portare avanti, alle quali però ancora oggi vengono affidate, nella quasi totalità, le mansioni di cura nel contesto familiare: considerate parte del welfare devono occuparsi quasi sempre in primo luogo delle fragilità dei bambini, degli anziani e della casa. Qui la chiave è stata quella di immaginare occasioni da vivere assieme, delle opportunità d’incontro e confronto sia reali che virtuali e di rafforzamento dei rapporti. Sono nate così iniziative come avventurosi weekend di workshop di lighting design in presenza, momenti formativi online legati al business che hanno permesso di comprendere che la libera professione pretende di ragionare da imprenditrici, oltre ad attività di empowerment. Abbiamo iniziato a capire che prendersi del tempo per sé assieme alle altre faceva accadere cose, smuoveva animi, creatività, sogni… Tra le professioniste, ciascuna con le sue specificità, italiane e straniere, sono nate collaborazioni continuative e anche grandi progetti corali, immaginati solo perché finalmente si è parte di una reale rete su cui poter contare».
Come si pone lei – da ambasciatrice – nei confronti delle nuove colleghe che aderiscono a WIL Italy?
«Il mio ruolo è stato, ed è tutt’ora, quello di ascoltare e facilitare i processi che ho raccontato sopra, modalità virtuose nelle quali vincono tutte, invitando però, non senza fatica, ad abbandonare e non alimentare vecchi stereotipi che hanno sempre raccontato le donne in competizione. Mi piace questa frase di Wingee Sin, direttrice del programma Cartier Women’s Iniziative che premia i progetti imprenditoriali femminili che hanno un impatto sociale/ambientale sulla vita delle persone: Le donne incontrano maggiori difficoltà ad affermarsi rispetto agli uomini ma non bisogna permettere a un mondo non ancora inclusivo di escluderci. Se non ci sono ancora sufficienti role model, puoi diventarlo tu. Keep going and Dream big!».
Quali iniziative in programma; che cosa c’è nel futuro di WIL Italy?
«La rete anche qui in Italia si sta ampliando probabilmente perché, nuove persone e realtà, stanno diventando più consapevoli della molteplicità di elementi che alimentano il gender gap, della responsabilità che ciascuno ha, capendo che WIL è un vero progetto con obiettivi reali che vanno sostenuti e che si raggiungono agendo anche raddrizzando il tiro, abbandonando il “si è sempre fatto così”. Il futuro: assieme alla lighting designer Martina Frattura che da anni e con grande generosità mi aiuta a sviluppare il progetto qui in Italia, c’è l’intento di sviluppare altre iniziative coinvolgendo in modo attivo le brave progettiste della rete, sempre nell’ottica di una vera condivisione del sapere. Ci stiamo lavorando. Un’altra attività che cercheremo di attivare è un programma di incontri che coinvolgeranno organizzazioni e fondazioni contro la violenza sulle donne, che ho conosciuto in questi anni proprio grazie al ruolo di ambasciatrice».
Un esempio di queste attività?
«Quello di imparare le modalità corrette per supportare e intervenire controllando il rischio di esporsi, quando si assiste a qualsiasi tipo di atteggiamento sessista, violenza verbale o fisica nel contesto lavorativo o pubblico; anche per non trovarsi più sole e isolate in questi episodi. Tutte le attività saranno sempre in ottica di consolidamento di una comunità femminile dell’illuminazione, dinamica e coraggiosa che fronteggia problemi e si aiuta a vicenda».
Per unirvi alla rete WIL – WIL Italy potete contattare Giorgia Brusemini all’indirizzo: giorgia@womeninlighting.com