Sono trentuno le opere di Giuseppe Penone che si succedono nel percorso di visita alla Galleria Borghese, tutte realizzate tra gli anni Settanta e i primi Duemila. La mostra Gesti Universali, in programma fino al 28 maggio 2023, è l’epilogo del percorso di ricerca intrapreso due anni fa dall’istituzione: un viaggio tra arte, natura e paesaggio partito da Guido Reni a Roma. Il Sacro e la Natura, passando per Tiziano. Dialoghi di Natura e Amore, per proseguire con Meraviglie senza Tempo, una mostra dedicata alla pittura su pietra a Roma tra Cinquecento e Seicento.
La Galleria Borghese si apre al contemporaneo esponendo all’interno delle sale e dei giardini le opere di uno dei principali esponenti dell’Arte Povera. Sottolinea la direttrice della Galleria Borghese, Francesca Cappelletti: «Con la mostra di Giuseppe Penone concludiamo la serie di mostre che da due anni cercano di comunicare al pubblico della Galleria Borghese la ricerca su arte e natura, su creatività dell’artista ed elementi naturali. Il percorso si svolge in maniera significativa da alcune sale del museo allo spazio esterno, consentendo al visitatore di mettere a fuoco relazioni fra la materia e il gesto dell’artista e riscoprire la potenziale alleanza fra l’essere umano e la natura nel ciclo del tempo».
L’intreccio tra Uomo e Natura nelle opere di Penone
Le opere di Giuseppe Penone sono espressione della sua costante ricerca attorno al rapporto tra uomo e natura, alla simbiosi e alla fluidità che accomuna tutti gli elementi vegetali, umani e minerali. «Qualsiasi gesto che muta fisicamente un contesto si può considerare scultura. Un respiro si può considerare scultura perché modifica l’aria che lo circonda» ha dichiarato in merito l’artista. Nell’allestimento, la dimensione organica, che caratterizza fortemente l’opera di Giuseppe Penone, si innesta in quella minerale, fatta di marmi, sculture e decorazioni, ampiamente presenti nella Galleria Borghese. Il progetto espositivo è stato curato da Paolo Bertoncini Sabatini mentre all’architetto Egidio Ferrara è stato affidato il progetto illuminotecnico. La luce contribuisce in maniera chiara alla lettura di tutte le opere, sia dentro che fuori la villa. I Gesti Universali occupano anche alcuni dei “giardini segreti” della Galleria.
Luce sull’Arte Povera: il progetto illuminotecnico di Egidio Ferrara
Il Giardino della Meridiana (eccezionalmente aperto al pubblico) e quello dell’Uccelliera diventano luoghi in cui le opere di Giuseppe Penone trovano un’inedita connotazione spaziale. Ferrara non solo è riuscito a rendere fruibili i percorsi e gli spazi, normalmente privi di illuminazione artificiale, ma ha valorizzato, attraverso l’uso della luce, gli aspetti materici propri dell’opera del Maestro. Il bronzo, che rende in maniera unica la naturalezza di un tronco d’albero, la creta, che registra le impronte dell’artista, le piante che fanno da sfondo alle opere esposte, vibrano e vivono anche nelle ore serali, rendendo il percorso di visita una scoperta continua.
Nelle sale interne il progetto illuminotecnico avvolge in una stretta relazione le opere contemporanee e la collezione permanente della Galleria. Nel salone d’ingresso, gli Alberi di Penone, scolpiti nel legno di cedro e abete, svettano quasi a raggiungere il soffitto affrescato. I nodi del legno, l’azione dello scortecciare, l’uso del mazzuolo, della sgorbia e dello scalpello, sono resi ben leggibili da una luce misurata e lieve. L’alloro dell’opera di Giuseppe Penone Respirare l’ombra si confronta direttamente con quello dell’Apollo e Dafne di Bernini, mentre l’Enea e Archise, sempre del Bernini, viene accostato alla vitalità della Pelle di marmo e spine di acacia e alla vibrante opera Pelle di cedro, con i suoi suggestivi contrasti e ombre.