Flutua reinventa la luce a binario

Il progetto vincitore del Contest di A.A.G. Stucchi in collaborazione con Accademia Italiana è un interessante ibrido tra piantana e sospensione

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Ripensare alle applicazioni del binario elettrificato, sperimentando soluzioni inedite, connessioni e corpi illuminanti “di rottura” per ampliare le sue possibilità di applicazione. Il brief condiviso da A.A.G. Stucchi, leader nel campo dell’illuminazione dal 1944 che produce sistemi a binari elettrificati e le gamme complete di apparecchi, per il concorso di idee realizzato con la sede romana di Accademia Italiana, istituto di formazione artistica di livello universitario, ha coinvolto gli studenti del secondo anno del biennio di Interior e Product Design. 

1. Flutua by Cristina Esposito, Alexandra Villalba, Federico Tomassetti

I giovani sono stati chiamati a confrontarsi con un tema decisamente stimolante, con un compito sfidante dai risvolti pratici, perché il brand ha mostrato tutti i lavori sugli schermi del suo stand all’ultima edizione di Light + Building a Francoforte e selezionato come progetto vincitore Flutua di Cristina Esposito, Alexandra Villalba e Federico Tomassetti.

2. Flutua by Cristina Esposito, Alexandra Villalba, Federico Tomassetti

Flutua vincitore del concorso di A.A.G. Stucchi con Accademia Italiana: le peculiarità del progetto e le motivazioni della scelta

L’obiettivo principale del contest era di reinventare l’utilizzo del sistema a binario, proponendo soluzioni creative e all’avanguardia per l’illuminazione. Flutua, con la sua essenzialità, la sua funzionalità estrema e la sua adattabilità ha centrato tutti gli obiettivi, come dichiarano da A.A.G. Stucchi motivando la sua vittoria: «Il progetto vincitore, Flutua, ha brillato per la sua straordinaria combinazione di originalità e funzionalità. Questo concept non si limita a una mera reinterpretazione, ma si distingue per l’audace esplorazione di nuovi utilizzi e metodi di installazione del binario low voltage, rispondendo così pienamente alle richieste del brief di progetto. Flutua non solo unisce la massima fattibilità produttiva a un’originalità sorprendente, ma dimostra anche un impegno eccezionale da parte del gruppo di studenti. La cura meticolosa dedicata a ogni aspetto del concept, dal design del prodotto ai dettagli costruttivi, dalla comunicazione allo studio del logo, è evidente in ogni fase del processo creativo». 

3. Flutua by Cristina Esposito, Alexandra Villalba, Federico Tomassetti

Che cos’è Flutua

Flutua è un interessante ibrido tra piantana e sospensione, un binario che integra sorgenti luminose e che si muove su un sottile sostegno metallico, ancorato a soffitto e dotato di contrappeso a terra. Il movimento traslante è possibile grazie a un accessorio posto nella parte centrale del sistema, che consente cambi di quota; questa “maniglia bloccante” è anche un dettaglio estetico, unica concessione alla decorazione di Flutua, ed è declinato in quattro colori vitaminici (blu, giallo, viola e arancio).

4. Flutua by Cristina Esposito, Alexandra Villalba, Federico Tomassetti

I designer di Flutua raccontano il progetto

In una conversazione appassionata, il trio di studenti ha raccontato la genesi di Flutua e i dettagli della proposta. L’entusiasmo, l’energia, ma anche l’estrema professionalità e preparazione di Cristina Esposito, Alexandra Villalba e Federico Tomassetti traspare dalle parole che usano per descrivere il loro lavoro.

5. Flutua by Cristina Esposito, Alexandra Villalba, Federico Tomassetti

Come nasce l’idea di Flutua e quali sono le sue caratteristiche principali?

«L’idea è nata col voler dare nuova vita, un nuovo utilizzo a un comune binario elettrificato, cercando di renderlo il più possibile più svincolato e libero nello spazio. Abbiamo studiato a fondo il catalogo di A.A.G. Stucchi per non discostarci troppo da quello che già offre l’azienda, al fine di creare qualcosa che fosse il più possibile “concreto” e affine al loro stile. Siamo anche stati in sede per vedere e toccare le loro proposte. Abbiamo notato come la ricerca del brand proceda verso il minimalismo, verso una miniaturizzazione sempre maggiore delle componenti, a cui ci siamo ispirati. Concettualmente, abbiamo operato uno switch tra cavo e binario, facendo in modo che sia quest’ultimo a scorrere e riposizionarsi, non solo i corpi illuminanti che si innestano su di esso. Formalmente invece, la fonte di ispirazione principale è stata la lampada Parentesi di Achille Castiglioni e Pio Manzu, che ci ha aperto la strada verso la progettazione di Flutua. Il nome stesso descrive bene la nostra idea: ci siamo immaginati una luce che sembra galleggiare nell’ambiente tra soffitto e pavimento».

6. Flutua by Cristina Esposito, Alexandra Villalba, Federico Tomassetti

Qual è l’aspetto più innovativo del progetto?

«L’aspetto più innovativo è sicuramente il fatto che Flutua si muova come un binario, rendendo di fatto il cavo d’acciaio la struttura portante del binario tondo, che sembra fluttuare nello spazio. Altri aspetti importanti sono gli accessori, come le mensole espositive che si agganciano alla struttura e consentono nuove differenti applicazioni del prodotto, o la maniglia ergonomica di sblocco e blocco immaginata in diverse finiture».

7. Flutua by Cristina Esposito, Alexandra Villalba, Federico Tomassetti

Quali sono le modalità d’uso del prodotto e le sue principali potenzialità applicative?

«La struttura con il cavo in acciaio è retraibile per una certa lunghezza grazie a un sistema con molla in acciaio armonico, e attraverso la piccola zavorra ai piedi della struttura può essere appoggiata a varie quote diverse, su un mobile o direttamente a terra. Anche le potenzialità applicative sono molteplici, grazie agli accessori mensole è possibile utilizzare Flutua nei negozi come struttura espositiva luminosa per oggetti o vestiti, e oltre al classico ambiente di living room ce la siamo immaginata anche in ambiente di ufficio open space, dove può essere sfruttata sia per arredare, o magari in batteria per dividere spazi e settori. Il minimalismo non è pertanto solo una scelta stilistica fine a sé stessa, ma un modo per ampliare le possibilità di installazione». 

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