Cover Photo: Federico Peri con Fontanella, lampada per FontanaArte, – ph. © Amir Farzad
Dopo un’esperienza da junior designer a Parigi, nel 2011 Federico Peri apre il proprio studio a Milano dedicandosi all’interior e al product design. Il campo dell’illuminazione è uno dei suoi settori preferiti e in pochi anni è entrato nell’albo dei nomi noti, non solo in Italia ma anche all’estero: la rivista AD France lo ha annoverato tra i 100 migliori designer dell’anno. Nel suo portfolio ci sono lampade e sistemi d’illuminazione per Brokis, Baxter, Contardi, CTO Lighting, Editions Milano, FontanaArte, Purho Murano, Salviati.
La versatilità nella progettazione (di materiali, processi, pezzi in serie e limited edition) è uno dei tuoi punti di forza. Terrai sempre questa caratteristica o nel futuro prevedi cambiamenti?
Assolutamente si. Nasco interior designer ma negli anni – disegnando spesso arredi custom per gli spazi che progettavo – ho maturato un grande interesse per il design di prodotto. Ciò mi ha portato ad approfondire sempre di più questa tematica rendendola parte integrante delle attività dello studio.
Spaziare da prodotto a interni è un aspetto che amo del mio lavoro, sono ambiti complementari che mi hanno permesso reciprocamente di migliorare: disegnando prodotti cerco di considerare anche molti aspetti pratici funzionali tipici del vivere lo spazio, così come progetto interni disegnando arredi site-specific che potrebbero essere dei prototipi per le aziende del mobile.
Del tuo bagaglio parigino cosa custodisci?
È stata la mia prima esperienza lavorativa; ho vissuto tutto assaporandone ogni dettaglio con la tipica curiosità dell’esordiente. È stato un periodo magico, non solo ho avuto la possibilità di vivere una grande città come Parigi, ma ho avuto il piacere di conoscere alcune interessanti realtà con personaggi quali i fratelli Bouroullec, Matali Crasset e altri.
Per un giovanissimo designer, poter conoscere figure così illustri nel panorama mondiale del design è qualcosa di memorabile, un aspetto che rimane impresso e ti “suggerisce” la via da intraprendere, questo è ciò che custodirò sempre. Oltre a ciò, mi è stato molto d’aiuto trasferirmi all’estero e vivere la prima esperienza lavorativa parlando una lingua differente dalla mia; una sorta di battesimo di fuoco!
L’artigianalità è un altro punto chiave del tuo lavoro; non solo come estimatore ma anche perché ti sei cimentato, ad esempio, in lavori in fornace a Murano. Consiglieresti ai giovani progettisti una simile esperienza?
Sicuramente. Tuttora ritengo molto importante cimentarsi con varie realtà cercando di apprendere differenti metodologie. Parlando di fornace, posso sicuramente sostenere che le collaborazioni con Salviati e Purho Murano sono state basilari per permettermi di comprendere le fasi produttive del vetro, pregi e difetti, così come lavorare la pelle piuttosto che metalli, marmi o essenze mi ha permesso di apprendere le varie tecniche di lavorazione; aspetto fondamentale se l’obiettivo è cimentarsi con differenti realtà, dalla piccola impresa artigianale familiare alla grande realtà industriale. Le dinamiche sono spesso le medesime, una questione di scala.
Proporre alle aziende di investire e produrre un bene, un oggetto, che sia durevole nel tempo, cosa implica nel lavoro del designer?
Durevole può essere inteso come longevità stilistica ma anche come qualità dei materiali. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, ho la fortuna di collaborare con aziende che amano lavorare la materia autentica e ciò è spesso sinonimo di qualità, o perlomeno, si ha la sensazione che migliorino con il passare del tempo. Per quanto riguarda la questione estetica invece, implica non seguire a tutti i costi l’ultima tendenza di mercato, bensì trovare un proprio linguaggio che sappia durare nel tempo, sempre con l’obiettivo di innovare.
Tornando ai progetti d’illuminazione; cosa vedremo di tuo al prossimo Salone?
I principali progetti di illuminazione saranno presentati al Salone del Mobile di Milano per Euroluce nel 2025, nonostante ciò ho in essere due progetti luce che riguardano l’evoluzione di Wave per Baxter e Linfa per Tooy, ampliando la collezione presentata alla scorsa edizione di Euroluce.