Elisa Rocchi: Luce, Tecnologia, Arte e Architettura Unite

Il pensiero di una lighting designer che combina l’aspetto estetico a quello tecnologico

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Highlights

Elisa Rocchi è una progettista e lighting designer italiana,  vincitrice del premio AIDI Mario Bonomo 2022 come giovane lighting designer under 40. Laureata in architettura a Ferrara, Rocchi ha perfezionato le sue competenze con esperienze internazionali. La sua passione per l’illuminazione, ispirata dall’arte, l’ha portata a concentrarsi sull’aspetto tecnologico dei progetti. Dal 2017 è è Intermediate Lighting Designer presso Lichtvision Design, uno dei più grandi studi di lighting in Germania, dove porta il suo contributo a progetti globali. 

Getti le basi di progettista in Italia – laurea in architettura a Ferrara – e poi approfondisci e continui a studiare all’estero. Quando incontri e ti appassioni al lighting design?

La mia passione per l’illuminazione arriva principalmente dal mondo artistico. Sono sempre stata affascinata da come un’opera di light art potesse rivoluzionare la percezione di uno spazio, oppure interamente smaterializzarlo. Alcuni Concetti Spaziali di Lucio Fontana o le mostre berlinesi di Christopher Bauder, per esempio, hanno sicuramente segnato un momento di consapevolezza nella mia ricerca professionale. Durante gli anni universitari, ogni volta che visitavo un edificio o lavoravo a un nuovo progetto, finivo per dedicare sempre più attenzione agli aspetti illuminotecnici che a quelli architettonici. È stato quindi naturale, dopo la laurea, decidere di fondere i miei studi in architettura con la passione per la luce e dedicarmi all’illuminazione architettonica.

1. Architectural Lighting Design Bauhausmuseum Dessau - © ZUMTOBEL with Faruk Pinjo

Lo studio Lichtvision Design – fondato nel 1997 da Karsten Heling, Raoul Hesse, Thomas Muller e Carla Wilkins –, che ti ha accolta, è composto da molte persone, di diversi Paesi. I progetti riguardano soprattutto grandi opere, infrastrutture complesse, vasti progetti pubblici. Hai raggiunto un grande obiettivo…

Quando ho mandato la candidatura da tirocinante, nel 2017, sapevo poco di lighting, qualche parola di tedesco e niente di cosa significasse lavorare in un ambiente internazionale. Lichtvision mi ha dato l’opportunità di crescere e formarmi: in questi cinque anni ho collaborato con architetti e designer di fama internazionale su una gamma davvero vasta di progetti, localizzati in quattro diversi continenti. La cosa che amo di Lichtvision è che lavoriamo su ogni scala e a ogni fase di progetto. La dimensione dello studio – tra i più grandi in Germania – ci permette di avere internamente molte competenze specifiche e figure professionali specializzate. Per esempio, abbiamo un reparto di ingegneria interno con cui collaboriamo per i progetti più all’avanguardia da un punto di vista tecnologico. È davvero raro, per uno studio di lighting indipendente, riuscire ad avere questo tipo di scala e di risorse.

Il tuo bagaglio culturale e le tue origini in cosa ti hanno aiutata?

L’università italiana mi ha sicuramente dato una solida preparazione e molta voglia di darmi da fare. Soprattutto per quello che riguarda l’arte e il design, la tradizione italiana è universalmente riconosciuta e apprezzata, e questo certamente è un vantaggio nel mio lavoro. Allo stesso tempo però la scuola nel nostro Paese sa essere piuttosto accademica e autoreferenziale, per questo sono molto contenta di aver ampliato la mia formazione con esperienze all’estero – la mia attuale posizione a Berlino, ma anche un tirocinio a Londra e il Master a Stoccolma. Per me è stato un modo per aggiungere nuovi punti di vista e arricchire il mio bagaglio professionale.

2. Lighting Design Beethovenhaus Bonn - © David Ertl

Unire il design agli aspetti più tecnici del light design è un po’ il tuo pane quotidiano, sotto la guida della tua “superiore” Carla Wilkins. Su cosa si basa la vostra ricerca oggi, quali i vostri obiettivi? 

In questo momento stiamo lavorando al restauro della Staatsbibliothek (Biblioteca di Stato) di Berlino, meravigliosa architettura moderna di Hans Scharoun, nota a molti per il film ‘Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders. Si tratta di un progetto molto complesso, in cui è necessario rispettare l’istanza storica e artistica, ma anche garantire la funzionalità e la fruibilità. È un edificio di quasi 80.000 metri quadrati che contiene centinaia di spazi per la lettura, oltre a sale convegni, mostre, uffici, una mensa e vasti spazi pubblici esterni. In contemporanea ci stiamo occupando della riqualificazione di alcuni spazi commerciali in Germania, in cui la principale sfida è sviluppare nuove esperienze per i clienti in un momento in cui il futuro della vendita al dettaglio rimane difficile e incerta. Tutto questo garantendo costi accessibili e dettagli facilmente implementabili.

3. Lighting Design Loop Weiterstadt - © dan pearlman Markenarchitektur GmbH

Com’è considerato e valutato essere una donna lighting designer in Germania?

Trovo che in Nord Europa la pratica del lighting designer sia più riconosciuta e – forse anche per questo – svolta da sempre più donne. Nel mio attuale team, oltre ad essere in maggioranza numerica, le donne occupano tutte le posizioni, dalla tirocinante alla direttrice. Non si tratta di un’eccezione, ma del risultato di politiche sociali che tengono il tasso di occupazione femminile nazionale molto alto, e di molti importanti progetti come Women in Lighting che hanno aiutato a mettere in risalto brillantissime professioniste del mondo del lighting.

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