Daniela Colli, in equilibrio tra decoro e tecnica

A capo del suo studio dal 2009, Daniela Colli si è distinta per i suoi progetti massimalisti ma sempre ben calibrati. Dall'hospitality alla ristorazione, l'illuminazione è parte integrante dei suoi progetti e ciò che consente di leggerne tutti i dettagli.

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Cover photo: Daniela Colli, ritratto – ph. © COLLIDANIELARCHITETTO

Per Daniela Colli l’illuminazione è uno dei punti di forza di un progetto, è ciò che permette di apprezzarne l’estetica nella maniera migliore. Per questo in ogni ambiente firmato dal suo studio COLLIDANIELARCHITETTO la luce ha un ruolo fondamentale. È la parte più tecnica di spazi colorati e accoglienti, luoghi pubblici dove i colori, le texture e la ricchezza dei materiali può essere letta solo grazie a un lighting sartoriale

1. TAKO, ristorante sushi & cocktail bar, Roma
1. TAKO, ristorante sushi & cocktail bar, Roma

Nel ramo hospitality lei riunisce abilmente la specifica posizione, anche visiva, dei brand all’identità dei luoghi. Qual è il segreto?

«In un’era come quella attuale, dove gli individui sono sempre più sovraccarichi di informazioni ed esposti ai contenuti più disparati, il progetto di valore deve generare un’emozione che resti impressa nella memoria, deve essere immersivo, avvolgente, deve trattenerti e intrattenerti, farti vivere una storia. Il segreto è essere visionari, non legati agli stereotipi del momento, ma essere anticipatori di tendenze future. Questo genere di progetti – che io definisco futuribili – comunicano direttamente con l’anima dei visitatori suscitando emozioni uniche, irripetibili».    

Che tipo di concept è stato sviluppato per la catena luxury bakery VyTA?

«Il concept di VyTA è stato sviluppato con un approccio al progetto basato sulla bellezza sostenibile; ha avuto inizio con il progetto pilota di Roma Termini, erano tempi in cui la ristorazione in luoghi come stazioni e aeroporti era caratterizzata da design anonimo e food di bassa qualità.

5. VyTA Covent Garden, Londra - ph. © Matteo Piazza

VyTA per la prima volta offriva un caffè in stazione in un ambiente accogliente, confortevole, curato nei dettagli e ben illuminato, la sua bellezza era sostenibile perché a parità dei costi dell’offerta i suoi clienti potevano godere di un comfort che gli altri competitor non offrivano: questa fu la chiave del suo successo. Uno dei trend che maggiormente condivido nel mondo dell’hospitality e che si sta sempre più affermando è il concetto di affordable luxury, un lusso intimo fatto di attenzione all’ambiente, al servizio, ai dettagli, alle esperienze».

Può progettare liberamente anche la luce o è guidata dalla visione del cliente?

«Ho sempre avuto carta bianca. La progettazione della luce comprende spesso un’illuminazione generale con corpi a incasso a LED gestiti da un sistema di domotica che permette di modificare il flusso luminoso e creare i diversi scenari.

Utilizzo lampade decorative come elementi iconici protagonisti dello spazio con una costante ricerca del raggiungimento dell’equilibrio perfetto tra decoro e tecnica. Ogni ambiente è caratterizzato da luce e ombra per esaltare materiali e colori che lo contraddistinguono».

6. VyTA Covent Garden, Londra - ph. © Matteo Piazza

Arredamento e illuminazione si progettano assieme o uno è la conseguenza dell’altro?

«Sviluppiamo interior e lighting design contemporaneamente; il ruolo dell’illuminazione, nella fase di progettazione di un ambiente, è essenziale in ogni progetto d’interior design.  Le luci influenzano emozioni e stati d’animo e modificano la percezione degli spazi, dei materiali e delle forme pertanto il processo progettuale non può che svilupparsi congiuntamente».

7. Hotel degli Aranci, Roma - ph. © Dario Borruto

Qual è la sua poetica in riferimento all’illuminazione? Prendo ad esempio l’hotel Orazio Palace, che trae ispirazione dalla luce del cielo capitolino…

«L’interior design dell’hotel Orazio Palace ha tratto ispirazione da Roma e dalla sua luce, la cui unicità è determinata dalla combinazione di fattori fisici e fisiologici, una luce netta, dorata che definisce contrasto, contorno e plasticità, esaltando forme e materiali dai colori saturi, ode al mondo naturale e alla sua natura mutevole nell’ora magica del crepuscolo.

8. Orazio Palace, sky lounge, Roma - ph. © Mattia Aquila photography

Qual è la sua poetica in riferimento all’illuminazione? Prendo ad esempio l’hotel Orazio Palace, che trae ispirazione dalla luce del cielo capitolino…

«L’interior design dell’hotel Orazio Palace ha tratto ispirazione da Roma e dalla sua luce, la cui unicità è determinata dalla combinazione di fattori fisici e fisiologici, una luce netta, dorata che definisce contrasto, contorno e plasticità, esaltando forme e materiali dai colori saturi, ode al mondo naturale e alla sua natura mutevole nell’ora magica del crepuscolo.

Come scriveva Federico Fellini:

La luce è ideologia, sentimento, colore, tono, profondità, atmosfera, racconto. La luce è ciò che aggiunge, che cancella, che riduce, che esalta, che arricchisce, sfuma, sottolinea, allude, che fa diventare credibile e accettabile il fantastico, il sogno, o, al contrario, rende fantastico il reale, dà miraggio alla quotidianità più grigia, aggiunge trasparenze, suggerisce tensioni, vibrazioni».

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