Dal 18 aprile 2024 la facciata della chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini è stata restituita alla città di Roma dopo una importante opera di restauro. Al recupero dell’apparato architettonico e scultoreo, opera settecentesca dell’architetto Francesco de Sanctis, si unisce il nuovo progetto di illuminazione della facciata realizzato dall’architetto Egidio Ferrara. Un intervento delicato e misurato che non solo valorizza la facciata nel complesso contesto urbano in cui è incastonata, ma permette di apprezzarne al meglio i dettagli decorativi.
Dal 18 aprile 2024 la facciata della chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini è stata restituita alla città di Roma dopo una importante opera di restauro. Al recupero dell’apparato architettonico e scultoreo, opera settecentesca dell’architetto Francesco de Sanctis, si unisce il nuovo progetto di illuminazione della facciata realizzato dall’architetto Egidio Ferrara. Un intervento delicato e misurato che non solo valorizza la facciata nel complesso contesto urbano in cui è incastonata, ma permette di apprezzarne al meglio i dettagli decorativi.
Il contesto storico e urbano
Il quartiere in cui si trova la chiesa è sicuramente tra i più importanti e ricchi di storia della città di Roma, soprattutto a seguito delle grosse trasformazioni urbanistiche che ebbero inizio nel Cinquecento con la creazione della attigua Via Giulia, un lungo rettilineo voluto da Papa Giulio II con l’intento di spostare lì il centro amministrativo e bancario del Vaticano. Palazzo Farnese, il Palazzo della Cancelleria, Ponte Sisto, Palazzo Spada sono solo alcuni dei manufatti più celebri che si trovano nelle immediate vicinanze.
Il progetto di light design di Egidio Ferrara per la chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini
Il progetto di luce cerca di partecipare al complesso linguaggio dell’architettura, facendo emergere i volumi, gli aggetti e le rientranze ma senza dare eccessiva drammaticità alla visione d’insieme.
I livelli di lettura della luce
Due sono i livelli di lettura che ci vengono restituiti: uno generale dell’intera facciata dato da una luce non proiettata ma radente, l’altro d’accento grazie all’uso di piccoli apparecchi Spot che enfatizzano le quattro sculture in stucco degli Evangelisti e il simbolo della trinità all’interno del timpano.
«La luce – dichiara Ferrara – salendo lambisce le superfici, i fregi, le sculture, rivelando l’architettura ed evocando, in un certo senso, l’illuminazione con le candele degli altari barocchi».
Illuminazione del sagrato e del basamento
Il sagrato è illuminato da un apparecchio posizionato sul cornicione soprastante con un fascio di luce zenitale; allo stesso modo viene messa in risalto la parte esterna del basamento così da far emergere con maggiore forza l’andamento geometrico della facciata e creare un invito ad avvicinarsi ed entrare nel luogo sacro. Tutti gli apparecchi spot posizionati sulla trabeazione sono muniti di apposite staffe in modo da garantire il giusto aggetto per l’illuminazione delle sculture, del sagrato e del basamento della facciata.
Dettagli tecnici e soluzioni innovative
L’architetto Ferrara, nel descrivere il suo intervento, aggiunge che «l’utilizzo di apparecchi dimmerabili, così come la possibilità di direzionare i singoli corpi illuminanti, consente di creare una scena luminosa che tiene conto dei giusti rapporti di luminanza tra le parti con un approccio illuminotecnico moderato e di dialogo con il contesto». L’impianto di illuminazione prevede infatti l’uso del protocollo “DALI” per la gestione degli scenari luminosi che possono essere richiamati tramite una apposita pulsantiera o programmati secondo una pianificazione oraria.
Risparmio energetico e sostenibilità
Grande attenzione è stata posta inoltre al tema del risparmio energetico: la logica dell’intervento è studiata per coniugare la valorizzazione del manufatto architettonico con valori di sostenibilità ambientale e contenimento dei consumi energetici.
«Per tale motivo è stata proposta una soluzione progettuale che utilizza ottiche collimate, posizionate in maniera tale da limitare fenomeni di inquinamento luminoso. L’utilizzo di sorgenti LED è in grado di rispondere ai requisiti progettuali posti, sia in termini di qualità della luce che di contenimento dei consumi energetici. La posizione degli apparecchi, sulla prima trabeazione, assicura la migliore condizione per effettuare le operazioni di manutenzione future delle lampade e dell’impianto».