Il 7 settembre 2022 a Milano si sono aperte le porte del museo Arte della Fondazione Rovati: un nuovo polo che contribuisce in maniera significativa e unica all’offerta culturale della città di Milano, in cui si fondono Antico e Moderno, in un dialogo ben articolato tra arte etrusca e arte contemporanea.
Il progetto architettonico e di restauro dell’elegante Palazzo di Corso Venezia, una delle vie maggiormente frequentate della città, è stato affidato allo studio MCA Architects guidato dall’Architetto Mario Cucinella, che ha riportato l’edificio all’antico splendore donando una rinnovata lettura nel pieno rispetto del manufatto storico. Non solo museo d’arte, ma anche centro di sperimentazione e ricerca destinato ad ospitare differenti funzioni. L’Architetto Piero Castiglioni ha collaborato con il team progettuale curandone l’aspetto illuminotecnico.
Il complesso progetto di riqualificazione parte nel 2015 e si articola su varie scale di intervento: dal recupero architettonico del palazzo fino all’allestimento museale, passando per l’ampliamento del sotterraneo e il sapiente ridisegno degli interni.
Dalla hall di ingresso, in cui applique e strip led su due differenti livelli ne enfatizzano la composizione architettonica, si accede al bookshop illuminato con apparecchi ad incasso per la luce generale; incassi con luminanza controllata sono stati previsti per la zona della reception.
L’intervento sull’interrato ha reso possibile la realizzazione di due piani che si estendono al di sotto del giardino del palazzo della Fondazione Rovati: il primo piano è dedicato all’esposizione etrusca mentre il secondo ipogeo accoglie il deposito delle opere oltre agli impianti tecnologici.
Allo spazio ipogeo si accede attraverso una suggestiva scala intagliata nella pietra serena. Subito si viene catapultati in uno spazio in penombra, modellato da una virtuosa e morbida giustapposizione di conci di pietra che ci guidano senza soluzione di continuità e ci accompagnano nel nostro percorso di visita.
Veniamo subito avvolti da uno spazio fluido, scavato, quasi ricavato per sottrazione e ispirato alle tombe Etrusche ipogee di Cerveteri.
Si aprono tre sale circolari e una grande ellittica sormontate da pseudo cupole generate dal progressivo restringimento verso l’alto dei conci. Come nella tomba a tumulo di Casale Marittimo, i conci non sono smussati, caratteristica invece peculiare delle tombe micenee (es. Tesoro di Atreo), ma aggettano l’uno sull’altro con gradini ad angolo vivo determinando una forza tagliente ma che grazie ad un uso sapiente della luce risulta più morbida e meno aggressiva. L’illuminazione, che si trova al di sotto del piano di calpestio, opportunamente schermata, segue l’andamento curvilineo del perimetro delle sale creando quindi una soffice radenza sui conci di pietra. Dalla penombra emergono gli oggetti esposti all’interno delle teche, quasi a volerli riportare alla luce nel pieno rispetto della qualità delle essenze dei colori e delle forme.
Il piano nobile, progetto dell’architetto Filippo Perego di Cremnago della seconda metà del ‘900, conserva la sua autenticità grazie ad un restauro conservativo. Su questo piano, si susseguono varie sale ognuna con un progetto illuminotecnico differente ben integrato e mai invasivo. Si è intervenuto sulle sospensioni e sulle applique preesistenti con nuove sorgenti LED, è stato inserito un sistema di proiettori minimale su binario Low Voltage ad incasso e infine un’illuminazione perfettamente integrata negli arredi, per esaltare la bellezza di ogni dettaglio di questo prestigioso museo curato dalla Fondazione Rovati.