Marco Frascarolo: «Non cerco l’effetto wow a tutti i costi»

Progettista, professore, fondatore di FABERtechnica, teorico e pratico della luce. Per lui le nuove tecnologie e l'AI sono strumenti da usare con criterio, solo quando sono un valido aiuto per sviluppare idee che si basano sulla conoscenza profonda dell'illuminotecnica.
Cover foto: Installazione multimediale interattiva “Aetherea”, Festival Trame Di Luce, Orto Botanico Roma 2024. Progetto finalista del premio Darc Awards 2025. Team Master Lighting Design Sapienza, Università di Roma coordinato da Marco Frascarolo

Una visione chiara sulla tecnologia quella di Marco Frascarolo, professionista navigato che non nutre dubbi sulla validità progettuale di algoritmi e intelligenza generativa. A patto che gli strumenti non siano utilizzati per giocare, per stupire in maniera gratuita, ma come supporto per spingere al limite le possibilità della luce, funzionale o narrativa che sia. Ingegnere civile, professore, coordinatore – docente – membro del comitato scientifico del Master in Lighting Design dell’Università La Sapienza Di Roma, fondatore dello studio FABERtechnica, lavora attivamente su progetti illuminotecnici di portata internazionale e sperimenta nuovi approcci alla materia.

Marco Frascarolo approfondirà queste tematiche nel talk Architetture digitali per utenti postumani, parte di Lumen, l’evento di Atmosfera Mag e A.A.G. Stucchi organizzato in occasione del Fuorisalone 2025, dedicato alla luce e alle sue interazioni con l’intelligenza artificiale, il design e la socialità. L’incontro si terrà il 10 aprile, dalle 18:00 alle 19:00. Le registrazioni sono ora aperte.

In quali ambiti del digitale si lavora con la luce? Anche in questo campo “la sinestesia è alla base del progetto creativo” come ha dichiarato?

«La luce è uno dei temi più trasversali nel mondo della progettazione, In senso tradizionale è l’elemento che consente di dare una gerarchia visiva, di far apparire e scomparire le cose, fa letteralmente “esistere” e “non esistere” ogni singolo elemento. La luce tradizionale è un elemento legato alla vista, ma se pensiamo a una realtà immersiva, dialoga e interagisce con i suoni, le immagini, con elementi touch o addirittura con l’olfatto. 

1. Marco Frascarolo

Sono convinto si debba sempre partire da un campo applicativo molto concreto – come può essere quello della luce – forti di un bagaglio solido di conoscenze, per dare vita a “nuovi” ambienti digitali. Chi proviene dall’illuminotecnica può dare un valido supporto ai professionisti che si occupano di digital o di gaming ad esempio. Non si devono creare mondi che sono copia di quello vero, ma si deve mantenere una coerenza affinché un dato scenario sia apprezzato e comprensibile. Siamo nel pieno di un processo simile a quello della fotografia: nata come strumento per riprodurre la realtà in purezza, si è trasformata in un linguaggio creativo».

2. Illuminazione di Casa Italia per le olimpiadi di Parigi 2024. Progetto artistico integrato con l’opera “Sacral” di Edoardo Tresoldi. Progetto Marco Frascarolo, FABERtechnica

Come le nuove tecnologie e l’AI supportano il lavoro di progettazione illuminotecnica? Quali sono i possibili campi di applicazione delle nuove tecnologie e a quali risultati possono portare?

«Ho un approccio abbastanza critico, perché c’è ancora molta fascinazione verso un mezzo che forse non si è ancora ben capito come sfruttare. Sono convinto si debba usare l’AI solo quando riesce ad aggiungere qualcosa al progetto, a spingere oltre le possibilità di un’idea, non semplicemente per dire di averla applicata quasi fosse uno strumento di marketing che genera curiosità. Con FABERtechnica abbiamo applicato l’AI per un lavoro che è ancora una proposta, una sorta di “illuminazione narrativa” di un edificio, qualcosa di vicino al viedeomapping ma che va oltre il racconto di una storia attraverso immagini, colori e suoni in movimento a cui siamo ormai abituati. L’idea è dar vita a una narrazione possibile, che comunica scenari futuri o plausibilmente futuribili; per farlo abbiamo mixato elementi visivi creati da un algoritmo che risponde alla presenza e al movimento delle persone con visioni generate dall’AI. Abbiamo incrociato in maniera critica input nati in un modo ormai abbastanza classico con altri nati dall’apprendimento autonomo delle macchine, per confrontare le due risposte».

3. Linee guida per l’illuminazione del Colosseo: rappresentazione dell’accensione in contemporanea di tutti i sistemi dedicate alle singole parti del documento. È stata prevista un’accensione dinamica progressiva per raccontare il monumento a livello costruttivo ed artistico. Team di progettazione del master in Lighting design della Sapienza coordinato da Marco Frascarolo

State lavorando con l’AI anche al master in Lighting Design presso l’Università La Sapienza di Roma?

«Sì, stiamo lavorando a un progetto con Videocittà di Roma, manifestazione urbana dedicata all’arte digitale ideata e fondata da Francesco Rutelli e diretta da Francesco Dobrovich, con cui sto coordinando il progetto. Il fulcro dell’evento è l’area dell’ex-gasometro, una zona in rapida trasformazione sulla cui riconversione si è investito tanto. Nell’ambito del Master ho organizzato un workshop per progettare un’illuminazione urbana permanente del quartiere, durante cui sono state raccolte informazioni sull’area. Queste sono state passate agli artisti che realizzeranno le installazioni per la prossima edizione, in calendario a luglio, e sono alla base dell’opera pensata dagli studenti. Gli input culturali verranno usati per creare racconti, i dati saranno utilizzati in maniere differenti, anche attraverso algoritmi e strumenti di AI. Non ho posto limiti alla creatività e ai mezzi da utilizzare, l’dea è di confrontare gli approcci per trovare un metodo di lavoro che possa fondere il meglio dei due approcci: quello tradizionale e quello innovativo. Parlerò più a fondo di questa esperienze altre esperienze durante il talk Architetture digitali per utenti postumani, in programma il 10 aprile dalle 18.00 nell’ambito di Lumen».

4. Nuova Luce per la Cappella Sistina. Illuminazione diffusa finalizzata a una restituzione fedele e sobria del manufatto e delle opere pittoriche. Sperimentazione ai massimi livelli di nuove tecnologie e metodologie di progetto all’interno del consorzio “Led for Art” cofinanziato dall’Unione Europea. Progetto illuminotecnico Marco Frascarolo, FABERtechnica.

Tra i suoi ultimi progetti con FABERtechnica c’è l’illuminazione di Casa Italia per i Giochi Olimpici Parigi 2024, della Cappella Sistina, le linee guida per l’illuminazione del Colosseo e delle Mura Aureliane. Qual è stata la sfida più difficile da affrontare, il lavoro più complicato? La tecnologia è stata in qualche modo di supporto?

«Il progetto più innovativo concluso di recente è stata l’illuminazione di San Luigi dei Francesi a Roma, inaugurata lo stesso giorno della riapertura di Notre Dame con un grande evento e perfino un collegamento da Parigi.

5. Nuova illuminazione della Chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma. Concept relativo alla gestione dinamica della luce: scenario relativo alle visite turistiche. Le visite guidate prevedono un’illuminazione dinamica progressiva delle singole opere d’arte per creare una relazione emozionale tra l’opera e l’osservatore. Progetto Marco Frascarolo, FABERtechnica.

Abbiamo avuto la possibilità di lavorare sugli scenari di luce, su una modalità di storytelling in equilibrio tra un’illuminazione sobria e funzionale  – quella più apprezzata dalla Soprintendenza – e uno schema più interpretativo-narrativo che aggiunge chiavi di lettura a differenti livelli. Abbiamo creato vari scenari di luce che assecondano esigenze liturgiche, artistiche ma anche emozionali. In particolare, abbiamo fatto un lavoro con un organista molto bravo definendo scenari legati ai vari brani musicali, creando un collegamento sinestetico tra la vista e l’udito. Non abbiamo usato algoritmi o intelligenza generativa, ma un sistema domotico molto avanzato. Sono dell’idea che gli strumenti tecnologici siano da usare in maniera consapevole e calibrata, senza strafare per ottenere un “effetto wow” che cala dopo poco tempo. Serve senso del controllo, la cifra di FABERtechnica è saper lavorare in un limbo fra tradizione e innovazione, senza mai esagerare»..

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