Discrete e funzionali, le lampade ad arco sono perfette per risolvere piccoli-grandi problemi del lighting domestico. Facili da spostare, possono muoversi nel tempo da una stanza all’altra come le piantane, ma rispetto alle “sorelle” più classiche hanno una marcia in più: la loro forma curva e l’altezza maggiorata le rendono ideali per risolvere l’illuminazione zenitale quando non si vuole avere il vincolo del punto luce al soffitto. Perfette sopra il tavolo da pranzo, possono essere posizionate anche in salotto per creare la giusta atmosfera sopra il divano o nell’area conversazione, e vengono utilizzate spesso anche in ambienti pubblici come hall di alberghi e uffici.
Oggi le lampade ad arco sono una vera e propria categoria, e sono molti i designer che hanno scelto di reinterpretarne le linee puntando sul colore, sui materiali o sulla tecnologia di ultima generazione. Tutto però è nato grazie all’intuizione di Achille e Pier Giacomo Castiglioni, autori della lampada Arco di Flos, primo e geniale ibrido tra lampada da terra e lampadario.
Lampada Arco di Flos: capostipite (geniale) di un’intera categoria di piantane
Negli Anni ’60 i fratelli Achille e Pier Giacomo Castiglioni erano nel pieno della loro attività. Il design italiano era nel suo periodo d’oro, piccole aziende familiari – oggi brand blasonati e conosciuti a livello mondiale – nascevano sulla spinta del boom economico e, in collaborazione con quelli che oggi sono considerati i Maestri della progettazione moderna, lavoravano per portare nelle case di tutti oggetti funzionali, dalle linee interessanti, spesso rivoluzionari nella funzione. Fu così che nel 1962 la neonata Flos chiese ai Castiglioni di risolvere un problema: realizzare una lampada a sospensione che proiettasse luce sul tavolo senza bisogno di fori e predisposizione elettrica a soffitto.
Attenti osservatori del mondo e di quegli “oggetti anonimi” di cui amavano circondarsi nel loro studio milanese per prendere ispirazione, i Castiglioni ebbero una vera e propria illuminazione. Guardando i pali stradali, alti e slanciati per diffondere la luce, risolsero il problema con la lampada Arco, una piantana dallo sbraccio arrotondato in grado di arrivare al centro del piano. Diventata una vera e propria icona, ancora oggi tra i pezzi più riconoscibili di Flos, non ha nulla di superfluo.
Anche l’elegantissima base in marmo non è un mero spunto decorativo, ma ha una funzione ben precisa: molto pesante, serve da contrappeso sicuro per la struttura. Il foro passante è una trovata geniale, che consente di spostarla con facilità nonostante il suo peso che supera i 60 Kg inserendo un manico di scopa.
Lampade ad Arco da Terra: Le Migliori Opzioni di Design
L’estrema funzionalità delle lampade ad arco è declinata in una pluralità di forme, materiali e stili. Alcune sono ormai diventate dei classici, come la Twiggy di Foscarini che scommette tutto sul colore o Lady Costanza di Luceplan, che trasforma in un arco le linee rette della Costanza, mantenendo invariato il caratteristico paralume in metacrilato fissato a pressione sulla struttura. Ci sono lampade ad arco giocose, come la Tolomeo Mega di Artemide o Bul-Bo di Axolight, e proposte super tecnologiche, come Mito Largo di Occhio.
1. Arco – Flos
Capostipite dell’intera categoria di piantane che portano il suo nome, ha una base scultorea in marmo bianco di Carrara, stelo telescopico in acciaio inossidabile satinato e riflettore in alluminio stampato, orientabile e regolabile in altezza; oggi monta una sorgente Led. Flos propone anche una versione in edizione limitata e numerata, Arco K, con base in cristallo trasparente e senza piombo, da acquistare esclusivamente online al prezzo di 10.000 euro.
2. Twiggy – Foscarini
Leggera e sottilissima, disegnata da Marc Sadler nel 2006 e diventata un instant classic, questa piantana alta 220 cm ha uno stelo flessibile e si regola grazie a un sistema di contrappesi. Retta da una base in metallo dallo spessore ridotto, viene proposta in diversi colori – anche rosso acceso – e in una versione più naturale con paralume in legno.
3. Luceplan – Lady Costanza
Parte della grande famiglia di Costanza, iconica lampada firmata da Paolo Rizzato, anche nella sua versione ad arco monta il paralume in policarbonato da piegare e fissare alla struttura a pressione. Lo stelo ha una regolazione telescopica e ruota a 360° sulla base.
4. Axolight – Bul-Bo
La carica ironica di questa lampada appartiene, a pieno titolo, alla storia del design. Il modello venne infatti disegnato tra il 1968 e il 1971 per il Centro Residenziale Olivetti di Ivrea dallo studio di architettura Gabetti e Isola (Roberto Gabetti, Aimaro Isola, Guido Drocco, Luciano Re). La base è un sacco in ecopelle che contiene 25 Kg di granuli, lo sbraccio telescopico è in alluminio e consente di spostare l’oggetto senza che si rompa.
5. Nemo – Fox
La purezza e l’essenzialità sono i punti forti di questa soluzione ad arco in acciaio nero, facilmente orientabile. Lo spot cilindrico, con filtro antiriflesso opzionale, permette di orientare la luce in base all’esigenza. Il fascio di luce è caldo e diffuso. Design Bernhard Osann.
6. Artemide – Tolomeo Mega
Più conosciuta nella sua versione da scrivania, Tolomeo entrò nel catalogo aziendale nel 1987. Ideata a quattro mani dall’architetto Michele De Lucchi e dall’ingegnere Giancarlo Fassina, si caratterizza per un braccio in alluminio con sistema di molle che ne consente la regolazione di altezza e inclinazione. Nella versione Mega il diffusore metallico è sostituito da un “cappello” più leggero; le dimensioni maggiori la rendono ideale come punto luce zenitale, scenico e di grande effetto.
7. Davide Groppi – Sampei
Firmata da Enzo Calabrese con Davide Groppi, questa piantana è un ready made ricavato da una canna da pesca flessibile e altissima, che ricorda anche un ramo di salice piegato dal vento. Non molto “arquata” ma di certo una buona soluzione per sostituire il punto luce a soffitto, o per illuminare un salottino all’aperto nella versione outdoor.
8. Occhio – Mito Largo
Sembra uscita direttamente dal futuro questa lampada da terra con testa che pare fluttuare sulla struttura. Interessanti le possibilità della sorgente luminosa, che si comanda passando la mano sotto il cerchio senza toccarlo, da modulare nell’intensità, nel colore e nell’emissione up o down.