Cover photo: Ritratto di Studio Natural (da sinistra: Alessandro Paoletti, Marco De Santi)
Dal 2012, Studio Natural si occupa di product design, comunicazione grafica e art direction. Guidato da Alessandro Paoletti e Marco De Santi, lo studio ha uno stretto rapporto con il mondo della luce; in particolare, vanta una collaborazione consolidata con l’azienda toscana Martinelli Luce, per cui ha firmato diversi pezzi come Avro, Cabriolette, Delux, LED+O, Fluida. Con loro abbiamo parlato di come è possibile fare innovazione progettando lampade di design. Semplici all’apparenza, ma che si fondano sempre su una riflessione profonda e su un’idea di rottura.
La versatilità è una caratteristica rintracciabile in tutti i vostri lavori, unita alla voglia di ricerca. Quali sono gli obiettivi che Studio Natural si prefissa oggi rispetto al passato?
«Ogni progetto è una nuova sfida, uno stimolo nuovo da interpretare e approfondire. Adoriamo osservare, curiosare, catturare, per poi digerire, rielaborare e ripartire con il nuovo, spingere allo stremo limiti, confini e barriere, forzare vincoli per poi decidere in che punto fermarsi. Questo è, più o meno, il nostro approccio da sempre; sicuramente negli anni abbiamo acquisito maggior consapevolezza di quello che vogliamo e sappiamo fare».
L’illuminazione è per voi una progettazione ricorrente, amata, ben indagata. Non a caso avete declinato l’uso del LED in diverse tipologie di prodotto. Cosa vi piace, vi trascina, del progettare la luce?
«La luce è senza dubbio il mondo progettuale che più ci affascina, da una parte c’è la continua innovazione delle sorgenti luminose che ci stimola a fare sempre più ricerca verso la componente tecnologica. Dall’altra invece c’è il lato più “romantico” del lighting, la luce è ciò che ci rende visibili gli spazi e attraverso il suo uso ci permette di decidere su cosa porre la reale attenzione».
Con la lampada da tavolo Fluida avete sperimentato l’attrazione tra magneti in campo decorativo. L’idea visionaria ha ottenuto anche la Menzione d’onore al Compasso d’Oro ADI 2016…
«L’idea era di creare una lampada nomade da scrivania, che potesse facilmente essere spostata e adattata alle proprie esigenze. Volevamo un prodotto con cui l’utilizzatore potesse creare un rapporto quasi quotidiano, andando a spostarlo o modificarlo durante la giornata. L’uso dei magneti è stata un’intuizione nata dal primo prototipo che abbiamo realizzato: partendo dei parallelepipedi da usare come base, abbiamo pensato di inserire delle calamite per mantenerli in determinate posizioni. Da lì è venuto tutto quasi automatico. In produzione le due basi sono state realizzate in ABS, un buon materiale termoplastico, ma abbiamo voluto mantenere l’idea delle calamite perché attraverso le diverse posizioni è possibile personalizzare l’orientamento luminoso».
L’ultimo progetto luminoso, Avro per Martinelli Luce, nasce cercando di soddisfare un bisogno – oltre l’illuminazione –, che è quello di avere a “portata di mano” una presa di corrente. Mi viene da pensare che sia nato nel periodo della pandemia, quando eravamo tutti in casa a condividere lo stesso tavolo…
«Esattamente, il detonante di questo progetto nasce proprio dal periodo di pandemia. Con Martinelli Luce abbiamo cercato di ipotizzare un possibile scenario futuro e ci siamo interrogati come, in che modo, avremmo potuto migliorare o semplicemente snellire la nostra realtà quotidiana».
In che modo Studio Natural si approccia alla sostenibilità nella progettazione di un prodotto?
«Crediamo fortemente che la sostenibilità sia un must e non un plus, e questo vale per tutto, non solo per i nostri progetti. È un tema da affrontare con estrema responsabilità, e bisogna soppesare bene sempre tutti gli elementi in ballo. A nostro avviso non basta cambiare un materiale per far diventare un prodotto sostenibile, ogni progetto è una storia a sé e il progettista ha l’onere intellettuale di prendere la strada migliore per il pianeta e le generazioni future».
Nel 2016 avete aperto un ufficio creativo anche alle Canarie…
«Precisamente a El Cotillo, sull’isola spagnola di Fuerteventura. Per noi è un luogo ideale dove ritrovare la serenità e distaccarsi dalle influenze della vita moderna. Il deserto e l’oceano offrono uno spazio di libertà, invitandoci a riflettere e a immaginare la vita che desideriamo».