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10 Corso Como, un progetto di restyling in divenire

2050+ firma il rinnovamento di tutti gli spazi interni e delle aree di collegamento, con un progetto sperimentale che viene inaugurato step-by-step
2050+ firma il rinnovamento di tutti gli spazi interni e delle aree di collegamento, con un progetto sperimentale che viene inaugurato step-by-step

Correva il 1991 quando, per intuizione di Carla Sozzani, apriva a Milano 10 Corso Como, il primo luogo fisico che, come un magazine, raccoglieva spazi dedicati al lifestyle, alla moda e all’arte contemporanea. Nasceva così un ibrido mai visto, il primo concept store della storia, all’interno di un ex garage a pochi passi dalla stazione Garibaldi.

A oltre 30 anni di distanza, 10 Corso Como è nel pieno di un processo di trasformazione spaziale e rinnovamento, curato dallo studio 2050+.

1. Corso Como - Project Room - Ph. ©Alessandro Saletta - DSL Studio

Il nuovo volto del Concept Store 10 Corso Como 

La massiva ristrutturazione riguarda tutti gli ambienti interni e le aree di collegamento. La strategia di 2050+ è incentrata sull’idea di liberazione, o “archeologia selettiva”: rimuovendo materiali e dispositivi accumulati nel tempo, 10 Corso Como viene riportato al suo originario, delicato carattere industriale di inizio Novecento, aprendosi generosamente alla luce e all’aria. Sottolineano i progettisti: «Alla ricerca di un nuovo equilibrio tra passato e presente, saranno ripensati i flussi di 10 Corso Como trasformando gli spazi di connessione negli elementi principali della narrazione architettonica

2. Corso Como - Project Room - Ph. ©Alessandro Saletta - DSL Studio

Attraverso un’architettura rinnovata e un’offerta culturale all’avanguardia, 10 Corso Como libererà il suo potenziale di “museo transitorio”: uno spazio in potenza, senza funzione né ruolo fissi, che sfida costantemente la relazione tra le persone e gli elementi architettonici che lo occupano».

3. Corso Como - Galleria - Happy Birthday Louise Parker by Roe Ethridge - Ph. ©Alessandro Saletta - DSL Studio

Aperture step-by-step e sorprendenti scorci segreti

La prima ri-apertura è avvenuta lo scorso febbraio, in concomitanza con la settimana della moda; in quell’occasione sono state inaugurate la Gallery e la Project Room, ovvero lo spazio dedicato allo shop di libri e design e quello delle mostre temporanee. Entrambe le aree sono flessibili, modulari e facilmente riconfigurabili grazie a un sistema di arredi mobili e quinte scorrevoli. L’estetica retro-futurista punta tutto su porzioni portanti di cemento grezzo riportate a vista in abbinamento a superfici di metallo lucide, sottolineate da un’illuminazione tecnica inserita tra le travi del soffitto.

4. Corso Como - Galleria - Ph.©Alessandro Saletta

La Boutique Donna e la scala interna, la nuova fase di inaugurazione di 10 Corso Como

A settembre sono state ri-aperte altre due zone, il concept store donna e la scala interna di collegamento tra i vari livelli. Mood e materiali sono gli stessi delle altre aree, così come l’idea di trattare la boutique come una macchina teatrale flessibile. «Il concept store è ripensato come un palcoscenico capace di trasformarsi in modo fluido riconfigurando la sua identità, adattandosi organicamente alla varietà di esperienze ed eventi che potrà accogliere».

5. Women's Concept Store by 2050+. Installation view, Ph. Melania dalle Grave - DSL Studio. Courtesy of 10 Corso Como

Lo spazio è attrezzato con dispositivi allestitivi mobili e componibili: una nuova versione dei tavoli-pantografo della Gallery e una serie di rack appendiabiti connessi ad argani, in grado di muoversi verticalmente e orizzontalmente nello spazio fino a sparire completamente tra le travi del soffitto

6. Corso Como - Women's Concept Store by 2050+. Installation view - Ph Marco Gambarè

Votato alla flessibilità anche l’impianto di illuminazione su binario, con faretti ed elementi facilmente intercambiabili, coadiuvato da un’illuminazione fissa risolta con tubi Led che ricordano le vecchie lampade al neon. Un tubo rosso è anche al centro della scala, unico segno di colore in uno spazio che scommette sulla sua neutralità al limite dell’asettico come maggiore punto di forza.

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