Forme fuori dal tempo, spesso visionarie per l’epoca in cui sono state create e per questo considerate ancora attualissime, funzionalità estrema e fascino tipico degli oggetti d’autore: le lampade nate alla metà del Novecento dalla matita dei più grandi Maestri sono considerate dei veri e propri capisaldi della storia del disegno industriale, amate e collezionate dai design addicted. Ineguagliabili long seller, si sono adeguate all’evoluzione tecnologica con nuove versioni a LED e hanno saputo sperimentare l’applicazione di nuovi materiali e metodi produttivi, rimanendo sempre fedeli all’estetica che le ha rese immediatamente celebri. A volte, gli evergreen dell’illuminazione sono oggetto di calibrati restyling alla base di edizioni limitate, sono “rinnovate” attraverso l’uso del colore o con dettagli speciali. La nostra classifica delle 5 lampade storiche revamped che hanno fatto centro.
In occasione dell’ultimo Salone del Mobile, Flos ha stupito con il lancio di Arco K, una nuova versione in edizione limitata di soli 2022 pezzi dell’iconica lampada da terra di Achille e Pier Giacomo Castiglioni.
Tra i pezzi più celebri in assoluto del design moderno, Arco ha rivoluzionato (letteralmente) il modo di illuminare tavoli da pranzo e soggiorni, eliminando il vincolo di punti luce fissi a soffitto. Nata nel 1962, la versione originale ha una base in marmo di Carrara con foro passante, in cui inserire un manico di scopa per spostarla da una stanza all’altra in maniera intuitiva e ludica; praticità di utilizzo e divertimento erano due aspetti fondanti del lavoro dei fratelli Castiglioni. A cinquant’anni esatti dal lancio sul mercato è proprio il basamento a mutare, trasformandosi in un blocco di cristallo perfettamente trasparente. Il nuovo materiale incarna le esigenze della contemporaneità: è elegante, raffinato ma anche tecnico ma, soprattutto, non contiene piombo ed è completamente riciclabile. Per il resto, il progetto è inalterato rispetto alla versione originale: lo stelo è un profilo metallico con sezione a U, regolabile in tre posizioni.
La fonte luminosa è una lampadina inserita dentro una calotta semi argentata composta da una parte piena e da una forata, pensata dai Castiglioni per far fuoriuscire il calore sviluppato dalla fonte luminosa (oggi LED) e per proiettare un’ombra decorativa nello spazio
Rimane fedele all’originale ma “cambia pelle” la piccola Eclisse di Artemide. Disegnata nel 1965 da Vico Magistretti e subito prodotta da Artemide, accanto alle livree di ordinanza bianca, nera, rossa e alla speciale gialla viene oggi proposta in quattro inedite versioni metalliche amiche dell’ambiente.
La genialità di Eclisse sta nella possibilità di poter “dosare” la quantità di luce facendo ruotare la semisfera piccola nella parte superiore della lampada, simulando in piccola scala l’evento astronomico da cui prende il nome.
Il disegno, ispirato alla lanterna descritta da Victor Hugo ne “I Miserabili” e schizzato in tutta fretta su un biglietto della metropolitana da Magistretti, colpì immediatamente Ernesto Gismondi, fondatore di Artemide, all’epoca alla ricerca di una lampada che facesse una luce fioca o forte per la camera da letto, da tenere sul comodino o da appendere a parete.
La nuova Eclisse PVD presenta il piccolo lume in una veste luccicante: cromo, oro, rame e nero sono le nuance ottenute con l’innovativo sistema Phisical Vapour Deposition che riduce del 70% l’uso dei solventi chimici in fase di verniciatura, azzerando gli scarti di produzione.
Disegnata da Gio Ponti nel 1957 ed esposta lo stesso anno alla Triennale di Milano all’interno del Padiglione per le proposte per l’edilizia, la lampada Luna non era mai entrata in produzione.
Ci ha pensato Tato, brand specializzato in riedizioni d’autore, che in anni recenti ha recuperato bozzetti e appunti dagli archivi del Maestro.
A catalogo ci sono due versioni di Luna, a sospensione e da terra con orientamento orizzontale o verticale.
La struttura è in ottone, il diffusore in materiale plastico.
Accanto alla colorazione bianca Tato ha introdotto la variante bianca/blu e bianca/arancio per la versione da appoggio e bianca/grigia per il lampadario, cromie nate dallo studio approfondito del lavoro di Ponti.
Disegnata nel 1958 la sospensione PH 5 è uno dei pezzi iconici del brand danese Louis Poulsen.
Venduta in milioni di esemplari e declinata in decine di cromie, oggi viene proposta in una versione grezza che nasce dal concetto di upcycle, recuperando lampadari vintage o imperfetti.
Il processo di transizione verso il modello PH 5 Retake prevede la rimozione della vernice da ogni sospensione per far emergere l’aspetto grezzo degli schermi in alluminio e dello schermo inferiore in acciaio. Il metallo viene trattato a secco con speciali vernici che permettono alla superficie di assumere, nel tempo, una patina elegante.
La lampada viene quindi completamente riconvertita e aggiornata con la tecnologia più recente a LED.